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Quando gli oggetti diventano cose

Creato il 14 febbraio 2012 da Paciampi
Quando gli oggetti diventano coseChe differenza c'è tra le "cose" e gli "oggetti"?
Non ci avevo mai pensato, e forse avevo percepito qualcosa solo nel mezzo della scrittura di Una domenica come le altre, quando ho provato a raccontare una serie di sensazioni - un curioso impasto di familiarità ed estraneità - provate entrando in camera di mia madre dopo la sua morte.
Ora un piccolo libro in cui mi sono imbattuto per caso mi ha aiutato a capire. Si chiama - e come se no? - Cose. Una piccola antologia, l'autore è Claudio Paolini, è stato pubblicato da Polistampa per i Quaderni del servizio educativo, non un titolo facile da trovare in libreria, insomma.
Di solito, ci spiega Paolini, usiamo il termine "cose" quale sinomimo di "oggetti",  però lo avvertiamo a pelle, che tra le due parole c'è almeno uno scalino emotivo. Dice, Paolini:
Gli oggetti sono con ogni evidenza manufatti legati a un uso specifico che li riconduce al quotidiano. Hanno una loro precisa caratterizzazione che li costringe in un tempo e in uno spazio delimitati. Si guastano, si rompono e sono soggetti a tutti gli accidenti del caso.


Le cose, viceversa, sono gli oggetti quando questi si caricano di relazioni tali da far sì che la loro dimensione materiale si accompagni a quella metafisisa dei sentimenti e del ricordo.
Bello pensare che gli oggetti possono diventare cose, non per cosa servono, ma per il modo con cui si legano a noi, per le emozioni che si sprigionano nel rapporto.
Ora mi torna. E mi piace pensare che il senso della nostra vita sia anche questo, investire gli oggetti che ci circondano di sentimenti e ricordi, trasformarli in cose.

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