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Quando gli uomini dicono di no al sesso

Creato il 29 giugno 2014 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr
Quando gli uomini dicono di no al sesso

Questo post è dedicato a tutte voi, care amiche, che, dopo aver trascorso un intero pomeriggio a sguazzare inebriate in fantasie xxx rated, assolutamente persuase di poter mettere in pratica di lì a poco tutto lo sconcio campionario delle vostre immaginazioni hot, vi siete sentite opporre dal vostro uomo, rincasato col peso del mondo sulle spalle, un triste, mortifero “no”!

Ovvio che alle eroine dei nostri romanzi queste cose non capitano, anche perché il banalpatetico (siamo su questo registro, secondo me) promette solitamente scarso successo editoriale…

Comunque, lo spunto l’ho preso da uno di quegli articoletti ipercazzeggianti di cui trabocca il web e che mi somministro spesso come antidoto alla noia e al peso della quotidianità.

Si trattava di una statistica sulle scuse più comuni che gli uomini adducono per sottrarsi alle richieste sessuali delle loro compagne.

Per la cronaca, il podio delle scuse maschili è il seguente:

1) spossatezza dovuta a giornata lavorativa troppo pesante

2) urgenza di dover portare il cane a fare i suoi bisogni (!!!)

3) vitale necessità di concludere una partita ai videogame.

Sempre per la cronaca, nel merito, vi dico anche la mia:

la 1) ha una sua ragion d’essere anche se inversamente proporzionale al numero di volte in cui viene utilizzata,

la 3) è già decisamente meno digeribile, ma almeno corrisponde a una (per quanto discutibile) passione e comunque ben si colloca nella cornice del cronico, invincibile infantilismo maschile,

ma stare in coda dietro l’incontinenza canina è avvilente e brutto, in qualsiasi modo lo si voglia intendere…

Mi immagino la faccia della pollastra che, con indosso solo le scarpe tacco 12 e il trench, nel momento dell’apertura a mo’ di maniaco al parco, si sente dire… un attimo cara porto Bobby a fare la pipì e torno…

Come sempre, in questi casi, gli spunti più interessanti vengono fuori dai commenti dei lettori. Più sfumati e variegati quelli femminili, perlopiù sul “machista” spinto quelli maschili.

Uno dice: “ma da dove vengono ste stronzate? Si dà il caso che all’uomo non gli sembra vero di farsi una scopata quando la donna è disponibile…”

Un altro dice che le occasioni non si devono perdere (gliene capiteranno poche?) per cui lui la voglia fa in modo di farsela venire…

Un altro ancora gli risponde: “eh ma questa si chiama fame… è un discorso diverso…”

E via all’osteria…

Alla fine, comunque, the ultimate commento, la pietra tombale della discussione recitava più o meno così: “Non esistono più gli uomini di una volta…”

Ora, io non so come sono gli uomini di oggi (uno ne ho, e spesso non ho idea di cosa gli passi per la testa), figuriamoci se posso parlare di quelli di una volta…

Mi sembra già difficile calarli nella situazione…

Riuscite a immaginarvela, vostra nonna, in guepiere, fare la lap dance attorno al pilastro di casa per convincere vostro nonno a fare sesso con lei dopo una torrida, spossante (questa sì…) giornata passata a raccogliere pomodori nei campi?

La donna di una volta “aspettava”. Aspettava quando l’uomo ne aveva voglia… e spesso aspettava (figli) dopo che l’uomo la voglia se l’era tolta!

Il tutto non risultava sempre così divertente per cui quando ci si poteva sottrarre (avete presente “quei” mal di testa?)…

Io credo piuttosto che sia più giusto dire: “Non esistono più le donne di una volta…”

L’emancipazione femminile è storia (anche se su questo punto ci sarebbero da precisare due o tre milioni di cose) e l’iniziativa femminile nell’approccio sessuale è un’eventualità ampiamente sdoganata e generalizzata.

Decidiamo noi quando ne abbiamo voglia… non aspettiamo più che sia lui a chiedercelo!

Tuttavia la facoltà di prendere l’iniziativa implica l’onere di accollarsi il rischio di un rifiuto

E qui viene il brutto: per noialtre i “no” alle nostre profferte sessuali sono sempre una delusione cocente che il più delle volte tentiamo peraltro di non lasciar trasparire…

Ma perché non riusciamo a confessare che in tali occasioni, più che rimanerci male, ci girano le palle (anche se non ce le abbiamo) a più non posso?

Il punto è che, nonostante sappiamo di poterci trovare spesso dall’altra parte, cioè di quelle che marcano visita, per così dire, certe reazioni dagli uomini non ce le aspettiamo proprio…

E se, sforzandoci di razionalizzare, pensiamo: “ma sì, capita a me, perchè non può capitare a lui? (ma più cerchi di essere razionale e più le domande e i dubbi ti affollano la testa)

La risposta emotiva che promana dalle scosse profondità del nostro essere è in realtà… una domanda!

La più angosciosa/incazzogena domanda che possa porsi una donna rifiutata dal suo abituale compagno, l’apocalittica: “non mi desidera più?

Ora, io capisco che qui siamo seriamente a un interrogativo sui massimi sistemi (non scherzo), però prima di arrivare a compiere gesti estremi, io direi: facciamo un bel respiro, pensiamo alle cose belle della vita (le crépes alla nutella, lo shopping su internet, ecc.), magari rileggiamo i vecchi post di questo blog che sempre tradiscono la mia inveterata passione per l’happy end, e cerchiamo di pensare positivo.

Fatto?

Ok, ho sempre creduto in voi.

E ora, la grand finale!

Dunque, visto che l’articolo si riferiva a rapporti stabili, e non ad incontri occasionali (lì in effetti sarebbe surreale trovare un maschietto che dopo averci rimorchiato in discoteca ci portasse a casa sua a giocare alla play station!), be’ io credo che un rapporto davvero stabile debba avere la forza di far stare tutto “dentro” di sé, contenere tutto senza collassare: il rifiuto, l’incazzatura, magari la ripicca e infine (si spera) la scopatona sublimante e riconciliatrice.

Beninteso, la “scusa” è e deve rimanere un appannaggio femminile, per cui, va bene la comprensione, va bene la razionalità e la fiducia nella solidità del rapporto, però sia chiaro caro maschietto: se oggi ti sei preso la tua vacanza, mi userai la cortesia di recuperare la “baldanza” dei vent’anni entro domani, quindi preparati (non voglio nemmeno sapere come) e presentati pronto a stupirmi con “effetti speciali”, dopodiché… prega che IO non abbia mal di testa!

Le italiane lo fanno? ...meglio?

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