Ero davvero scettica, lo ammetto. Sono andata al cinema a vedere “Maleficent” per mera curiosità, e da grande fan della Disney non potevo perdermi questo film, naturalmente. Sapevo che Angelina Jolie sarebbe stata grandiosa, mi aveva messo i brividi già guardando il trailer, perciò mi ero detta che tutto sommato ne sarebbe valsa la pena. A proposito di trailer, eccolo qua!
L’idea di voler dare a tutti i costi una motivazione all’agire perfido dell’antagonista di una fiaba non mi piaceva. I cattivi delle fiabe hanno già un loro perché: mettono alla prova il protagonista, ne permettono l’evoluzione e la crescita, a livello puramente morfologico rendono possibile l’intreccio della fiaba stessa, poiché il loro intervento scatena gli eventi. Se vogliamo analizzare la faccenda a livello psicologico, l’antagonista incarna le paure più profonde del bambino, che quindi ha l’occasione di dare ad esse un volto per poterle affrontare al fianco dell’eroe e sconfiggerle definitivamente.
Alla luce di tutto questo, che cosa accade se si scopre che il cattivo tanto cattivo non è?
È pur vero che fondamentalmente è difficile credere che qualcuno possa nascere perfido… o no?
Avevo questi interrogativi e queste considerazioni nella testa quando mi sono seduta con mio figlio Stefano nella poltroncina rossa del cinema con un secchiello enorme di pop corn da dividere con lui.
Poche scene, ed ero convinta! Non tanto della necessità di bonificare gli antagonisti delle fiabe, di dare un senso alla loro malvagità, ma dalla sceneggiatura della Disney.
Accantoniamo per un attimo il fatto innegabile che la Jolie sia strepitosa, e che anche truccata da fata con grandi zigomi, occhi gialli e orecchie a punta rimanga oltremodo bella e affascinante. Mettiamo da parte anche le scenografie a tratti mozzafiato, in genere davvero belle e ben riuscite, e scordiamo per un secondo gli effetti speciali capaci di dare corpo a troll e creature fatate di rara bellezza. È la storia che nel complesso convince davvero.
Non ti svelerò nulla della trama, tranquillo, non mi piace lo spoil!
Posso dire però che mi è piaciuto il lavoro di collegamento e stravolgimento operato dagli sceneggiatori: sono riusciti a rovesciare i ruoli, a inserire strepitosi rimandi alla fiaba originale e alla rivisitazione animata della Disney, si sono divertiti a inserire agganci al cartone animato senza però cadere nella copia con attori in carne e ossa.
Un paio di aspetti che ho molto apprezzato sono l’inserimento del personaggio di Fosco, fido alleato di Malefica, e il finale, del quale ovviamente non ti parlerò.
Fosco è un corvo che Malefica salva da un contadino trasformandolo in umano. Poiché a lei sono state portate via le sue splendide ali (cosa che avviene all’inizio del film), Fosco diventerà la sua possibilità di arrivare in volo ovunque, come lei non è più in grado di fare. Si rivelerà ben più di un classico famiglio, sarà un compagno e un aiutante prezioso.
Il finale del film stravolge senz’altro la trama originale, ma certamente ha soddisfatto la mia anima più femminista!
Un ultimo appunto notevole: ho odiato da subito le tre fate madrine! Giuro, da subito! Immagino che anche in questo caso gli sceneggiatori si siano divertiti a capovolgere l’immagine originale in favore di una lettura meno buonista e più moderna.
Insomma, mi piace questo leggere le fiabe da un altro punto di vista. Mi piace che si provi a “umanizzare” i cattivi senza cadere nel buonismo a tutti i costi e apprezzo il gioco che sta dietro la costruzione di una sceneggiatura innovativa ma ancora legata all’originale. Un ottimo lavoro, in questo caso, decisamente ben riuscito. Mi auguro però che non diventi una moda, perché diciamolo, i cattivi ci vogliono, e devono essere dei Cattivi con la C maiuscola! Diventerebbe piuttosto noioso se improvvisamente iniziasse una caccia psicologica volta a rilevare le tare nell’infanzia degli antagonisti storici delle fiabe. Inoltre, non tutti sono in grado di realizzare film coinvolgenti sfruttando questo tema; “Biancaneve e il cacciatore” rimarrà per me un classico esempio di fallimento in tal senso, un’accozzaglia di violenza e ambientazioni dark in cui Biancaneve col suo visino ingessato non convince, e la splendida Charlize Theron non può salvare con la sua bravura una trama decisamente povera e prevedibile.
Ti consiglio di guardare “Maleficent”, magari a seguito della lettura della fiaba originale di Perrault, certamente dopo aver visto il film animato targato sempre Disney del 1959.
Buona visione!
Con un sorriso
Antonella Arietano