Il titolo di questo post trae spunto da un famoso (per gli addetti ai lavori) saggio di biologia evoluzionistica scritto da Stephen Jay Gould, dal titolo Quando i cavalli avevano le dita, di cui consiglio la lettura a tutti quelli che studiano o hanno come hobby la biologia e gli aspetti di essa legati all'evoluzione. Il grande Gould, scomparso da pochi anni, ha scritto molti saggi veramente chiari, semplici ed efficaci, per rendere comprensibili e alla portata dei più molti argomenti complessi inerenti a queste scienze. Uno dei capitoli di tale libro è proprio dedicato alla descrizione delle tappe fondamentali dell'evoluzione del cavallo.

La giraffa (Artiodattili)
Il cavallo è un animale che conosciamo piuttosto bene perché è entrato a far parte, con la domesticazione, dellla nostra quotidianità in allevamento, alimentazione, sport, ecc. Esso è notoriamente un mammifero, dal nome scientifico Equus caballus, e appartiene al raggruppamento degli ungulati. Questo gruppo fu istituito originariamente con l'idea di mettere insieme tutti quegli animali che camminano distribuendo il peso del corpo principalmente sulle unghie, che in tal caso chiamiamo zoccoli, ma le recenti analisi di natura genetica hanno evidenziato che non tutti gli ungulati condividono un progenitore comune.
Il rinoceronte (Perissodattili)
Oggi infatti, mentre alcuni animali sono stati classificati come penungulati (cioè "quasi ungulati"), sono stati invece etichettati come ungulati veri e propri soltanto due ordini: gli artiodattili e i perissodattili. Sono esempi di artiodattili tutti gli animali provvisti di zoccoli con numero pari di dita (suini, bovini, ovini, caprini, cervidi, giraffidi, ecc.) e da recenti analisi si è scoperto che sono piuttosto affini ai cetacei, al punto tale da essere raggruppati da alcuni studiosi nell'ordine Cetartiodactyla; sono esempi di perissodattili tutti gli animali con zoccoli e numero dispari di dita. Ai perissodattili appartengono il cavallo, il rinoceronte ed il tapiro.


Hyracotherium
Quando in seguito le foreste in cui vivevano questi animali lasciarono posto a suoli più asciutti, essi subirono la pressione della selezione naturale in direzione di una riduzione di dita, tale da consentire una maggiore agilità nella corsa per sfuggire ai predatori, ulteriormente sostenuta da un allungamento delle ossa metatarsali e dall'irrobustimento dello zoccolo. Si passò così attraverso forme intermedie di cavalli provvisti di 3 dita, di cui solo quello centrale era effettivamente funzionale, sino ad arrivare al cavallo odierno provvisto di un solo dito per ogni arto.





