Nel maggio dello scorso anno avevo commentato l'intervista a Padre Spronk, sulle relazioni sessuali tra adulti, nello specifico coi voti, e minori (il post è qui). Pensavo, allora, in un barlume di ottimismo che più giù di così non si poteva andare, che non si poteva che migliorare.
Sono seguite, allo scandalo pedofilia, numerose prese di posizione da parte dell'establishment vaticane a difesa dell'organizzazione ecclesiastica, la richiesta di scuse, le manifestazioni di dolore, ma anche tentativi di ridimensionare un fenomeno che assumeva man mano dimensioni colossali con arzigogoli degni dei miglior Azzeccagarbugli: chi non ricorda la differenziazione tra bambini ed efebi, o la sempiterna scusa che anche la Chiesa, poiché costituita da uomini può sbagliare( ma non sbaglia in altri campi: mistero della fede). Poi, ovvio c'erano state le difese ad oltranza degli estremisti, mischiate a dichiarazioni che lasciavano i più , cristiani compresi, interdetti (es: "la pedofilia si può perdonare, l'aborto no"), sebbene perfettamente in linea con i dettami della Chiesa (che il cristiano medio non conosce o, suo malgrado, disconosce). Dicevo, che pensavo che tale situazione non si sarebbe protratta, che per lo meno, non potendo perdere il vizio, giacché non erano state eliminate le cause scatenanti del problema, almeno avessero avuto l'intelligenza di perdere il pelo. E invece no. Perché invero, a differenza del proverbio i Lupi il pelo non lo perdono mai. Così a rinverdire la memoria ci pensa questa volta il Vescovo di Tenerife tale Bernardo Alvarez che, evidentemente in difesa dei suoi colleghi pedofili si scaglia contro l'omosessualità, origine di ogni male secondo un preciso ragionamento:
el fenómeno de la homosexualidad es algo que perjudica a las personas y a la sociedad (Trad: Il fenomeno dell'omosessualità è una cosa che pregiudica le persone e la società)Questo al fine di correlare l'omosessualità, disordine contro natura, alla pedofilia, in quanto la prima è una violenza che l'uomo pratica così come pratica l'abuso ai minori. Ma la cosa allucinante è nella dichiarazione seguente:
Puede haber menores que sí lo consientan -referiéndose a los abusos- y, de hecho, los hay. Hay adolescentes de 13 años que son menores y están perfectamente de acuerdo y, además, deseándolo. Incluso si te descuidas te provocan. (Trad: Possono esserci minori che sono consenzienti - con riferimento agli abusi - ed infatti ci sono. Ci sono adolescenti di 13 anni che sono perfettamente d'accordo e anzi lo desiderano. Anche se non ti prendi cura di loro essi ti provocano"Insomma è tutta colpa di questi minori dagli ormoni impazziti se un buon pastore di anime cede alla carne e lo violenta.
Cambiamo argomento e parliamo di associazioni a delinquere. Ai tempi, Fazio e Saviano furono attaccati indirettamente da Bruno Volpe uno dei curatori del famigerato sito oltranzista cattolico Pontifex, grazie a un'intervista con il giudice Dott. Carnevale, più conosciuto come "l'ammazzasentenze", il quale si lasciava andare ad alcune considerazioni sul rispetto della dignità che spetterebbe ai camorristi:
Volpe: "Da Magistrato, pensa che i camorristi abbiano diritto al rispetto della dignità?"Chissà cosa intendeva Volpe con questa domanda. Una risposta indiretta, ed è bene sottolineare non collegabile ai signori di cui sopra, sembra provenire da un fatto seriale avvenuto a Castellammare di Stabia. Ne parla Il Fatto Quotidiano. Lo riassumo brevemente: durante la processione del santo patrono lungo le strade di Castellammare lo scorso anno i portatori si fermarono dinnanzi al balcone del "boss" locale, concedendo una sorta di omaggio. Il sindaco allora abbandonò polemicamente il corteo per poi far pace con la curia. Quest'anno la scena si è ripetuta. Il santo su indicazioni del vescovo è ripassato sotto il balcone del boss, il quale ha baciato il santo e ha poi fatto segno che il corteo poteva proseguire. Il sindaco ha di nuovo abbandonato il corteo ritirando il gonfalone. Un buon esempio di come si deve rispettare la dignità umana dei camorristi. Non perdendo il vizio e, per l'appunto nemmeno il pelo.
Dott. Carnevale: "Certo che sì. Il camorrista intanto non è colpevole sino a sentenza definitiva, poi anche quando questa sentenza ci fosse, avrebbe ugualmente diritto a questo rispetto come essere umano. Il rispetto e il diritto alla vita e all'onore riguardano anche mafiosi e camorristi che da questo punto di vista non sono cittadini inferiori agli altri e l'art '3 della Costituzione protegge anche loro"