Magazine Cinema
Non starò qui a perdere tempo raccontando vicende biografiche e aneddoti sulla vita dell'attore inglese. Per tali faccende esistono le testate giornalistiche e, alle brutte, su wikipedia sanno andarci tutti. Oggi era solo mia intenzione dedicare un piccolo spazio a Christopher Lee su questo blog. Un piccolo spazio che, me ne rendo conto solo adesso, finora non c'è (quasi) mai stato. Fatto peraltro molto strano considerando lo spirito con cui, quattro anni fa, decisi di aprire il blog. Spulciando le etichette in fondo alla pagina si direbbe che in un solo paio di occasioni si sia parlato di Lee da queste parti: la prima fu la volta che scrissi a proposito di "Gorgon, lo sguardo che uccide", film del 1964 con protagonista proprio il compianto (ma quello fu un post che non fu tanto la recensione di un film bensì solo una scusa per discorrere di mitologia greca), la seconda in occasione della recensione de "La frusta e il corpo" di Mario Bava (anche se ricordo che, nella mia testa, quello fu più che altro un omaggio al regista romano). Altre etichette non ne vedo, ma di sicuro accennai a Christopher Lee anche in occasione della scomparsa di Jess Franco e chissà dove altro ancora.Si dice che Christopher Lee non avrebbe voluto essere ricordato per il suo Dracula. Comprensibilmente, il suo legame "forzato" con il personaggio stokeriano si è trasformato negli anni in un odio profondo. Come non capirlo? Avrei odiato anch'io dover ripetere all'infinito la stessa cosa.Tuttavia a me piace ricordarlo in quei panni. Nei panni di Dracula e in quelli dei tanti personaggi Hammer che ho ammirato trattenendo il fiato. Piace anche pensarlo immortale, come credevo fosse solo fino a poche ore fa. Ho visto morire Dracula un milione di volte, trafitto da paletti o carbonizzato dai raggi del sole, e mi suona davvero strano pensare che egli possa essere stato vinto da una malattia tipica dei comuni mortali. Ma questo è quanto è accaduto. Goodbye Mr. Lee.
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