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Quando "il diavolo si nasconde nei dettagli": il Consiglio di Stato rinvia (giustamente) al governo il decreto Imu-Chiesa

Creato il 08 ottobre 2012 da Gaetano61
Quando diavolo nasconde dettagli
Era atteso a maggio ed è poi slittato a settembre, il regolamento con il quale il ministero dell'Economia e delle  finanze avrebbe dovuto dare attuazione alla norma (art. 91 bis-comma 3 del D.L. nr.1/2012 convertito nella legge nr. 27/2012) che imponeva il pagamento dell'Imu sugli immobili di proprietà degli enti non commerciali, destinati all'esercizio di un'attività commerciale. Nella sostanza, e al di là dei tecnicismi, il caso riguardava e riguarda, principalmente, l'estensione dell'Imu agli immobili di proprietà degli enti ecclesiastici (gettito stimato, per difetto, tra i 300 e i 500 milioni), questione sulla quale pendeva sull'Italia un giudizio della Commissione europea per "aiuti di Stato".  Nonostante il ritardo - per cui si sperava, almeno, che la questione fosse stata definita - sulla questione ora pende il parere negativo del Consiglio di Stato sullo schema di decreto. Il nodo che il ministero avrebbe dovuto sciogliere, era quello di indicare secondo quali modalità, nel caso di immobili adibiti promiscuamente ad attività commerciale  e "non commerciale", si doveva individuare, appunto, la porzione adibita ad attività commerciale dell'ente religioso, per poter applicare su questo l'imposta municipale. Il Consiglio di Stato ha invece valutato l'intervento del ministero come eccedente rispetto alle indicazioni contenute nella legge, lì dove ha voluto indicare i criteri per stabilire quando un'attività possa definirsi "non commerciale". Il decreto dovrà essere riformulato e i tempi stringono, visto che le disposizioni riguardanti gli enti ecclesiastici dovrebbero decorrere dal 1° gennaio 2013. Il governo, con il sottosegretario all'Economia Polillo, si è detto pronto a recepire le indicazioni del Consiglio di Stato. Quando si dice che il "diavolo si nasconde nei dettagli"... 

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