Magazine Diario personale

Quando il gioco si fa duro

Creato il 27 giugno 2012 da Povna @povna

E’ andata così.
Che la commissaria di italiano (sì, quella amichevolmente detta “la cretina”) ha corretto i compiti in maniera quanto meno bislacca (o forse un criterio lei ce l’aveva, nella testa, ma non è stato dato di comprenderlo ai comuni mortali).
Che il ruolo di aiutante, per “affinità di disciplina” (ma davvero? ma li hai sentiti, gli avvocati, come parlano?), come membro interno, era della professoressa Comma Rigido.
Che gli altri due insegnanti di classe erano Esagono e l’Ingegnera Tosta, che sono attenti, rigorosi e bravissimi, ma purtroppo in questo caso ufficialmente poco servono, visto che insegnano Muri&Impianti e Scrittura del territorio.
Con questo bel viatico, l’Onda è andata incontro alla correzione degli scritti più importanti del quinquennio. Fortuna che la maggior parte di loro non aveva saputo interpretare troppo i segni. Ma Corto Maltese, Nana, Calvin (e anche la ‘povna) – che gli occhi acuti li possiedono – non si erano fatti ingannare dal tono di voce da Dolores Umbridge, e dentro di loro tremavano parecchio (e un poco pure fuori).
I primi risultati, peraltro, non avevano fatto che confermare i brividi. Perché il 14 affibbiato a Speedy Gonzalez (che, oggettivamente, non sa scrivere, in nessun senso – e la ‘povna non parla di ricordi sbiaditi di biennio, ma di quello che ha potuto toccare con mano l’altro ieri, rileggendo a tutti loro le tesine – ma che di Comma Rigido, tutti lo sanno, è il cocco) li aveva lasciati in una perplessità costante, sottolineata dalle parole dell’Ingegnera Tosta: “mi pare che voglia concetti terra terra, semplici, prevedibili. Frasi brevi, ovvie. Niente interpretazioni, niente voli”.
“Aiuto” – aveva pensato la ‘povna. Che non era (tanto) preoccupata per Corto (il quale, come è noto, che “la cretina” fosse tale lo aveva anticipato e detto, prendendo, a suo dire, le contro-misure pronte), quanto per Calvin che – con la schiettezza che lo contraddistingue – di misure non ne aveva presa mezza, decidendo, a suo rischio e pericolo, di affrontare la traccia di tecnologia e scienza (bella, ma già sentita e già vista) tutta in contro-tema. Ne era venuto fuori uno scritto originale e limpido, che parlava di come alla paura perturbante reale, profonda, antropologica che si era avuta fino alla seconda guerra si fosse sostituito uno strano atteggiamento per il quale la scienza, perlomeno in molte società occidentali, viene trattata con noncuranza. Ci si spaventa in maniera generalizzata, superficiale (e spesso un poco oscurantista). Ma altrettanto velocemente (e giù, in un caso e nell’altro, dettagliati esempi) si dimentica. Dimostrando in definitiva come le reazioni alle scoperte diventino un sintomo di un controllo politico e sociale.
Che un tema del genere potesse piacere alla cretina (o a Comma Rigido) alla ‘povna pareva veramente difficile. E purtroppo non si aspettava da nessuna delle due sufficiente spirito critico da separare un giudizio oggettivo sulla prova dal loro proprio modo di pensare.
Detto e fatto.
La telefonata dell’Ingegnera Tosta è di quelle complesse. “Pronto, ‘povna, eccomi. A Scrittura del territorio tutto benino, bene o benissimo, te lo confermo. I problemi sono al tema”.
Lo stomaco della ‘povna fa un tuffo carpiato, e le finisce nell’orecchio.
“Tutto tranquillo per Corto – ha preso (unico della scuola) 15/15. La questione, ahimé, riguarda Calvin. La cretina ha detto che i suoi pensieri erano “poco condivisibili”: ho perorato, ragionato, strepitato come una pazza, ma più di un ristretto 11 non sono riuscita a cavare”.
Alla ‘povna cade il mondo addosso. Anche perché il resto dei voti conferma giudizi senza capo né coda: tutti coloro che sanno scrivere con ricchezza di argomentazione, e senza errori di grammatica, ortografia, sintassi (non è così scontato, siamo pur sempre a un tecnico), hanno avuto, con l’eccezione di Corto, voti bassi. Mentre fioccano i 13 e 14 per gente che ancora fa fatica con l’analisi del periodo, e che si è sempre distinta per temini brevi, poco elaborati o originali.
“Non so che fare, ‘povna, la situazione per ora era ingestibile. Però lo sai come sono fatta, non demordo. Vediamo come va la terza prova di Calvin, e poi, se ci sono i margini, qualcosa mi invento, perché certo così all’orale non lo possiamo mandare”.
Tempo di attesa. E dunque si aspetta. Alla terza prova tutti loro se la cavano discretamente. Calvin esce soddisfatto: gli pare di aver fatto un buon esame. La ‘povna e l’Onda se ne vanno a casa, stanchi. Per gli altri parte la correzione.
Ieri, martedì, la ‘povna aveva invitato a casa la Testarda, e se ne stava pacifica, dopo pranzo, a progettare il programma per l’anno prossimo del cinema scolastico. La telefonata – visto che nel pomeriggio pubblicano i quadri – questa volta non se la aspetta. Puntuale alle due, invece, il cellulare squilla.
“Pronto, ‘povna, eccomi. Sono l’Ingegnera Tosta. I risultati sono fuori, di’ loro che possono andare a leggerli”.
Pausa.
“Ma io ti volevo dire soprattutto che ce l’abbiamo fatta! La terza prova di Calvin era ottima: dunque io oggi, dopo la correzione, ho respirato forte, ho guardato la cretina negli occhi e le ho detto, con calma, che non ce ne andavamo di lì se lei non alzava il voto a Calvin in maniera sufficiente a farlo arrivare con soddisfazione a un risultato consono dopo gli orali”.
“…”.
“Sì, hai pensato giusto: lei ha urlato, si è opposta, ha detto che io sulla materia non ero in grado di comprendere. Le ho risposto che era verissimo. Ma infatti non stavano discutendo della mia capacità di valutare quello scritto, ma solo del fatto che, se non faceva qualcosa, e subito, io piantavo un casino dell’altro mondo, e non li facevo andare a casa”.
“E dunque?”
“E dunque, alla fine, ho vinto. Calvin ha avuto 13/15. E,” – sorriso nella voce – “lasciatelo dire da una incompetente. L’ho letto: era proprio un bel tema”.
La ‘povna ringrazia, attacca, chiama Calvin (con il quale deve mettere a punto strategie per il colloquio imminente, dal momento che è fortemente improbabile che la cretina sia in grado di apprezzare la sua intuizione critica – di quelle che sbancherebbero un convegno universitario di alto livello – nella tesina su Verga). Ma, soprattutto, pensa a quello che le è appena stato raccontato, e pure ad altro (per esempio al fatto che l’Ingegnera Tosta abbia dovuto passare dieci minuti buoni a spiegare alla cretina che, no, se Corto aveva preso 10 a Scrittura del territorio e 15 al tema non c’era sotto chissà quale magheggio, perché – come del resto la cretina aveva appena brillantemente finito di riassumere dandole dell’incompetente – non c’è tutta questa affinità tra queste materie tecniche e italiano). E continua a sostenere, sommessa, ma sempre più convinta, che questa modalità di esami sia soprattutto, e fortemente, demenziale.


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