Quando il make up diventa arte

Quando il make up diventa arte ARSENALE CREATIVO

Chi ha detto che ombretti, smalti, rossetti e ciprie servano solo a farsi belle? Certo vista l’assidua presenza del pubblico femminile -e non solo- in negozi di cosmetici si può affermare, senza troppe incertezze, che il make up non conosca crisi e che affascini immancabilmente di generazione in generazione nelle sue svariate applicazioni. Eppure, quando sul foglio bianco prendono forma paesaggi delineati da smalti e ciprie, ciglia finte che diventano foglie o pesci fatti dal tocco esperto di un rimmel, non si può che restare sorpresi. I cosmetici si trasformano in una vasta e ricca tavolozza per una giovane artista malese Hong Yi. Nonno e padre, lasciata Shanghai negli anni ’60, con l’inizio della rivoluzione culturale cinese, si trasferirono in Malesia, dove Hong Yi è cresciuta, mantenendo però un forte legame con le sue origini. Non a caso il suo soprannome “Red” deriva dal suo vero nome, che ha un suono simile alla parola “rosso” in mandarino. Oltre al soprannome, gli stessi soggetti richiamano i paesaggi, la flora e la fauna cinese, in particolare i pesci rossi.

Non è la prima volta che Hong Yi sceglie forme d’espressione originali. Come ha più volte ripetuto, a lei piace dipingere, ma non con il pennello. Per ogni soggetto o serie, uno strumento della quotidianità entra nelle sue opere: i cerchi imperfetti ottenuti dall’applicazione del caffé sulla tela attraverso il fondo della tazza delineano il ritratto noto come “foglie d’autunno che cadono” e ricordano le foto d’epoca in color seppia dal tocco nostalgico.

O le tante piccole candele blu, sciolte più o meno dalla fiamma, usate nel delineare il volto di Adele. Un confine sottile tra colore, linee e macchie che Hong Yi interpreta in modo nuovo e originale. Un gioco di fantasia sul mezzo espressivo più adatto che stupisca e che avvicini, anche artisticamente, l’artista al suo amato paese d’origine.