Eccoci ritrovati ad un nuovo appuntamento con L’ora di religione, l’unica ora che non fa media nella vostre valutazioni perché siete chiaramente dei casi disperati. Anche la settimana scorsa siete stati pochissimi, quindi per risollevare le sorti di questa rubrica ho deciso di trovare un tema più incline ai vostri gusti. Oggi parleremo di Pompe…i.
La città campana di Pompei conta oggi più di 25k abitanti e sta letteralmente cadendo a pezzi. Diciamo che è conosciuta per 3 cose al mondo: la canzone dei Bastille che ci ha martellato tutta la scorsa estate, i bellissimi scavi archeologici sopravvissuti all’eruzione del 79 d.C. e il Santuario della Beata Vergine del Rosario, che si celebra per l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. La fama iconografica della Madonna di Pompei è di tiratura mondiale e a guidarci alla scoperta del suo successo ci sarà una sua devota, che si presenta da sola.
La storia della Madonna di Pompei risale a quel periodo a cavallo tra il XIX e XX secolo, che sui libri di scuola è definito come Belle Epoque. Ma lontani dal Moulin Rouge di Parigi, questa storia parte nel Sud dell’Italia appena unita. Questa è la storia di un ragazzo, Bartolo, che è costretto a rifare l’Università a Napoli perché gli studi fatti a Lecce non erano stati riconosciuti nel nuovo Stato unito (come vedete le segreterie universitarie sono sempre state inefficienti). Lui, anticlericale convinto, aderisce a un movimento satantista di cui diventa addirittura sacerdote. Ma un giorno si ritrova a vagare per le campagne di Pompei, dove una voce gli ordina “Se propaghi il Rosario sarai salvo” e lui, senza esitare, cade a terra a pregare.
Questo episodio cambia la sua vita e trova una guida spirituale in un frate domenicano. La premessa è che San Domenico (da cui nascono i domenicani) è riconosciuto come l’inventore del rosario come strumento di preghiera. Esatto, non sono stati Dolce&Gabbana a inventarlo ma un frate medievale che si preoccupò di dare uno strumento al popolo che non conosceva il latino e poteva ripetere la stessa preghiera infinite volte seguendo le pietre del rosario. Nel nostro immaginario pop il rosario è legato ai pettorali dei tronisti che lo incorniciano perfettamente.
Dopo l’episodio della voce, Bartalo decide di dedicare la sua vita al Rosario. Va a Napoli alla ricerca del quadro perfetto per iniziare a diffondere la devozione popolare nei confronti della Madonna del Rosario. La ricerca lo conduce da una suora che regala all’uomo un vecchio dipinto corroso e buio che Bartolo accetta a malincuore. Anche i cittadini di Pompei ne sono un po’ turbati all’inizio, ma dopo vari restauri il quadro fu esposto nella piccola chiesa del paesello.
Già nel primo giorno dell’esposizione del quadro fu accertato come primo miracolo la guarigione di una bambina data per spacciata dal famoso medico del tempo Cardarelli. Da lì ne seguirono altri, tanto da decretare il successo miracolo del quadro che tuttora spinge orde di persone a recarsi a Pompei. Il vescovo ordina allora a Bartalo di costruire una nuova chiesa in onore della Madonna, chiesa costruita grazie alla devozione popolare e ai finanziamenti della nobiltà del luogo. Si diffonde la consuetudine della Supplica, preghiera scritta da Bartalo per chiedere aiuto alla Madonna.
Finita la chiesa, avviata una forte devozione popolare, Bartalo consegnò tutto ciò a cui aveva lavorato tutta la vita nelle mani del Papa, finendo la sua vita in condizioni di estrema povertà. Ancora oggi la chiesa di Pompei è una delle più importanti mete del turismo religioso italiano, persone che come Pupetta invocano la Madonna per chiedere aiuto.
Anche per oggi è tutto, la campanella dell’ora di religione è suonata.