
Con questo capitolo si chiude – per ora – anche il Survival Blog di Cristina Riccione.
Ringraziando di nuovo la vera Cristina, che mi ha “prestato” il volto e le foto per caratterizzare la reporter post-pandemica, vi faccio una confessione: a tratti ho preferito il suo SB al mio.
Ma oggi non voglio tediarvi di nuovo col Survival Blog, perciò amplio un po' il discorso.
Quanto è difficile creare un personaggio narrativo di sesso opposto rispetto a quello dell'autore? Aggiungiamo pure un ostacolo in più: tale personaggio ha una rilevanza centrale nella storia. Non è quindi né una comparsa né una figura secondaria.
Ebbene: è molto difficile.
In passato ho già lavorato su protagonisti femminili, come per esempio in Bella e le bestie. Anche a Clelia Fagan della saga su Prometeo sono molto affezionato. Tuttavia Cristina, vuoi per la narrazione in prima persona, vuoi per il volto “vero” e riconoscibile, è forse il mio risultato migliore. Ben lungi dalla perfezione, s'intende, ma soddisfacente.
Quando scrivevo sul blog di Cristina io ero Cristina. I suoi ragionamenti, le sue delusioni, i suoi stati d'animo sono riuscito a tratti a sentirli sulla mia pelle. Scrivere il capitolo finale è stato bello e in un certo senso doloroso: il distacco non è stato indolore, ed è una cosa che mi capita raramente. Di solito mi affeziono molto più alla storia che non ai singoli personaggi.
Devo dire che in moltissimi libri scritti da uomini le protagoniste femminili sono poco credibili. Altri invece sono più bravi e riescono a tratteggiare dei profili credibili. Eppure mi chiedo: anche le lettrici hanno questa sensazione, oppure loro riescono comunque a percepire che un uomo non riuscirà mai a interpretare l'animo femminile in modo del tutto realistico?
Ovviamente vale anche il discorso contrario: ho letto dei romanzi scritti da donne in cui i protagonisti maschili, anche quelli “cattivi”, sembravano usciti dai film con Julia Roberts. Credibilità zero, attinenza al mondo testosteronico nulla.
No, non è per niente un giochetto facile. Ma ogni tanto vale la pena provarci.





