Quando l'abito fa il monaco

Da At
Non vorrei che si pensasse che ricorro ad espedienti come quello di infilare nel post il nome di certi personaggi per aumentare il traffico del mio blog quindi non farò nomi.
Ci sono luoghi a cui associamo il ricordo di un periodo particolare della nostra vita. La parrocchia di San Lorenzo in Correggiano a Rimini è per me uno di questi luoghi. Diversi anni fa, prestando servizio civile per un' associazione culturale di Rimini (Comunità Aperta, la stessa che organizza il premio giornalistico televisivo intitolato Ilaria Alpi e Miran Hrovatin), mi era stato assegnato come alloggio proprio quella parrocchia. Non che dormissi sulle panche della chiesa, intendiamoci. Avevo la mia branda in uno stanzone di otto letti nell'edificio attiguo, quello che faceva parte della canonica. Pur distando pochi chilometri da casa mi fermavo là per tre notti a settimana, soprattutto per stare in compagnia con uno dei miei colleghi obiettori, Andrea, di cui sono diventato amico e che proprio quest'estate è tornato a trovarmi trascorrendo quasi due settimane nel mio hotel con sua figlia Alice. So che Andrea legge questo blog e ne approfitto per salutarlo, nonchè per dividere con lui la mia indignazione per quello che mi appresto a scrivere.
Prestavamo servizio a Radio Icaro, l'emittente diocesana che ha sede al secondo piano di Palazzo Marvelli, in via Cairoli a Rimini. Al primo piano dello stesso stabile, c'è la redazione de Il Ponte, di cui era ed è tuttora direttore don Giovanni Tonelli, parroco di San Lorenzo in Correggiano.
C'erano anche altri obiettori e tutti avevano l'alloggio assegnato nello stanzone  ma si limitavano a lasciare il pigiama sul cuscino. In fondo, non potevo biasimarli: non c'era praticamente riscaldamento perchè i piccoli e vecchi caloriferi non erano sufficienti a riscaldare un ambiente tanto grande. Io e Andrea ci svegliavamo al mattino con la faccia congelata e ci volevano almeno 10 minuti di stretching facciale per riuscire ad articolare la prima parola.I bagni e le doccie si trovavano al piano terra, in un'altra ala dell'edificio e bisognava attraversare un passaggio esposto alle correnti e anche alla fauna locale. Non era raro avvistare scorpioni, ragni, lucertole e anche qualche bisciolina. Quei locali erano da condividere con alcuni muratori extracomunitari che vivevano nello stesso complesso, ospiti della parrocchia.Nel nostro stanzone l'unico altro pensionante era un albanese sulla trentina che lavorava per un'azienda di abbigliamento di San Marino e che si fermava a dormire a San Lorenzo quando non era in giro per lavoro. A volte tornava a Rimini nel cuore della notte, entrava nello stanzone mentre noi eravamo sprofondati in un sonno da ibernati, staccava dalla presa elettrica il caricabatterie di Andrea e ci attaccava il proprio. Il mio amico e collega si ritrovava quindi con il telefono scarico e questo lo mandava puntualmente in bestia perchè gli serviva per lavorare. Per fortuna ha tenuto duro e adesso è un giornalista di professione e, presumo, abbia anche un secondo telefono aziendale che lo rende immune da certi scherzi.Quando nevicava, e quell'inverno nevicò, gli autobus di linea si fermavano ai piedi della collina e noi dovevamo farcela a piedi, al buio, con la neve fin sopra le caviglie, fino in cima. Ci consolavamo con una delle pizze migliori di tutta Rimini, quella della pizzeria "Da Carlo" che si trova vicino alla fermata.Spesso, quando ritornavamo a San Lorenzo il lunedì, trovavamo la cucina svaligiata dagli scout o da altre comitive che avevano animato i locali la domenica precedente e non c'era più traccia delle nostre già povere scorte di vivande. Un motivo in più per scendere Da Carlo per la sua squisita pizza napoletana.
Quando ho letto sulla cronaca locale che nella chiesa di San Lorenzo in Correggiano era stato officiato il matrimonio della sorella della consigliera regionale più famosa d'Italia, e ho visto le foto della stessa con addosso un vestito che definire succinto è opera di alta diplomazia, ho sentito un crack dentro il petto.Ammettendo che i fotografi avrebbero comunque atteso al varco uno dei personaggi più chiacchierati dell'anno, credo che, almeno per rispetto della sposa (sua sorella, non una lontana cugina o una semplice amica) avrebbe dovuto optare per qualcosa di meno appariscente. Evidentemente, il detto l'abito non fa il monaco non può valere per tutti. Ad ogni modo, come ben mi si potrebbe ribattere, saranno pure fatti loro...Io me ne sono occupato solo perchè l'evento ha smosso qualche ricordo e perchè le belle esperienze che abbiamo vissuto in certi luoghi lasciano là una piccola parte di noi. E la piccola parte di me che è rimasta a San Lorenzo in Correggiano ha sofferto non poco!
Le vacanze degli altri

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