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Quando l’Angelo Sfida il Dominio

Creato il 26 settembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Quando l’Angelo Sfida il DominioÈ appena uscito l’ultimo saggio di Sebastiano Isaia, già autore di “Tutto sotto il cielo”, studio dedicato alla genesi storico-sociale dell’eccezionale successo cinese ottenuto sul fronte della competizione capitalistica globale. “L’Angelo Nero sfida il Dominio”, come recita il titolo del suo nuovo libro, ha un taglio decisamente politico-filosofico, a differenza del precedente, più storico e sociologico; basta citare la quarta di copertina per capirlo: «Politica, Sovranità, Legalità, Diritto, Libertà, Legittimità, Violenza, Nemico, Civiltà: come si “declinano” questi fondamentali concetti nella Società-Mondo del XXI secolo? D’altra parte, la crisi sociale epocale nella quale siamo immersi ha generato una serie di “inaspettati ritorni” (basti pensare al “ritorno dello Stato-Nazione” nel cuore stesso della Vecchia Europa, o al ritorno della “Rivoluzione” nei paesi arabi) che meritano una lettura non superficiale né di mera contingenza. È quanto si propone di fare questo saggio». Argomenti abbastanza tosti, come si vede, certamente non di agevole approccio né di facile lettura, ma che l’autore ha avuto il merito di semplificare senza tuttavia scadere nella volgarizzazione e nella banalizzazione. Infatti, nonostante la serietà e la complessità degli argomenti trattati (basti pensare a un concetto come “la radicalità del Male”, sviluppato in polemica con le note tesi di Hannah Arendt), il saggio esibisce una trama discorsiva assai intrigante, e a tratti davvero brillante. A prescindere da come la si pensi nel merito delle tesi che l’autore vi sostiene, a questo libro non si può certo rimproverare né un difetto di tempestività né la mancanza di respiro (storico, sociologico, politico) nel modo in cui approccia temi che effettivamente sembravano essere usciti definitivamente dal nostro orizzonte di Civiltà, e che sono invece tornati prepotentemente alla ribalta.

Quando l’Angelo Sfida il Dominio

Come sembrano lontani gli anni in cui Francis Fukuyama teorizzava la “fine della storia”! Lungi dall’aver tirato le cuoia, sostiene Isaia, la storia ha piuttosto accelerato il suo passo, e rischia di imboccare sentieri che potrebbero trascinarci nel baratro di orrori sociali che, sbagliando, pensiamo siano del tutto fuori dalla nostra portata. Questo perché, egli scrive, il Male non è solo e principalmente “banale”, ma è anche e soprattutto “radicale”, ossia saldamente ancorato alle fondamenta della nostra società. E a chi gli rimprovera una certa dose di pessimismo, Isaia risponde che “pessima è la realtà”. È fuor di dubbio poi che la crisi economico-sociale che sta investendo il Pianeta, a partire dalle sue punte più avanzate (il Vecchio Continente e gli Stati Uniti) «ha generato una serie di inaspettati ritorni», per dirla con l’autore, che hanno spiazzato non poco la politica, la scienza sociale e la stessa religione ufficiale. La diffusione di “religioni fai da te”, come non smette di denunciare Benedetto XVI, e di sentimenti “antipolitici”, come denuncia con sempre più inquietudine la leadership politica Occidentale, è parte di quella crisi esistenziale già messa sotto i riflettori da Oriana Fallaci, e solo per questo inchiodata alla croce del politicamente corretto. «Si avverte perciò il bisogno – scrive Isaia – di trovare, nel caotico dipanarsi degli eventi che rigano la Società-Mondo di questo inizio secolo, un filo conduttore che non annulli la complessità del tutto, ma che la renda almeno intellegibile e, soprattutto, permeabile alla critica». Questo è almeno l’ambizioso tentativo dell’Angelo Nero, il quale, se capiamo bene, non sfida il Demonio per conto di Dio, ma il Dominio, per conto di un Uomo ancora di là da venire. La cosa suona anche bene. Purché non ne venga fuori una nuova religione! Una curiosità: l’Angelo Nero è il solo Angelo che non fa miracoli, ma li chiede agli uomini di questo tempo così travagliato. Abbiamo insomma a che fare con un Angelo molto particolare, persino “umano, troppo umano”, per dirla con Nietzsche. D’altra parte, anche la nostra epoca è alquanto originale, nel bene (pochino) come nel male (molto, secondo l’autore).


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