Il giardino è uno spazio materiale e allo stesso simbolico la cui funzione è quella di portarci oltre la quotidianità.
Abbiamo parlato in questo blog di tante funzioni del giardino e del modo di intenderlo: giardino interiore, giardino decorativo, giardino romantico, giardino del ricordo… la lista potrebbe continuare. Dalle descrizioni del giardino dell’Eden, ai giardini orientali, ai labirinti di siepi dei nostri giardini italiani, ognuno di noi sogna il suo giardino ideale e, a prescindere dallo spazio che ha a disposizione, realizza il suo sogno di giardino.
Oggi vi racconterò di una delle arti che più mi affascina del giardinaggio, la cui caratteristica principale è quella di utilizzare come materiale le piante e gli alberi stessi. È la cosiddetta arte topiaria. Nata nell’antica Roma, ha trasformato e trasforma i giardini del passato e del presente: dai giardini reali, ai parchi, alle ville private, l’arte topiaria sfrutta le piante – principalmente sempreverdi a crescita contenuta – per regalarci tante forme e figure diverse, tutte di estremo fascino e di rara bellezza.
Naturalmente serve un attento studio in fase progettuale, le abili braccia di un artista-artigiano e, nel caso di opere di grandi dimensioni, l’utilizzo di supporti metallici o addirittura di piattaforme aeree. Il risultato sarà un’opera d’arte di straordinaria bellezza e di un fascinoso incanto, perché quelle forme ottenute dalle piante danno una vita magica ai giardini e permettono alla nostra fantasia di andare oltre l’apparenza delle cose.
Ecco alcune tra le più belle opere di arte topiaria.
Cominciamo dal Salto di Antonio Rafanelli, architetto di Viareggio conosciuto per le sue tante opere di arte topiaria. Nel salto due bambini giocano lanciandosi sopra ad un morbido materasso… di foglie
In Portogallo il bellissimo giardino botanico di Funchal (dal 1982 riserva naturale) ospita dei bellissimi esempi di arte topiaria – oltre a 2.000 specie di piante. Se siete in vacanza a Madeira andate a visitarlo, ne rimarrete incantati!
Famosissima anche l’opera dell’architetto James T. Mason presso il Topiary Park.
Su richiesta di sua moglie Elaine, che voleva un’opera topiaria nel suo giardino, l’architetto reinterpretò la famosa tela di Seurat “Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande-Jatte”. Iniziò a lavorarci nel 1988 e in quattro anni portò a termine il lavoro. Oggi, camminando in quel parco, si ha l’impressione di essere dentro il quadro di Seurat!
Ecco che ancora una volta – o ancora di più! – il giardino diventa luogo dell’immaginario, luogo dell’oltre, dentro il quale perdersi, ritrovarsi, trascorrere una straordinaria esperienza estetica e sensoriale.
Archiviato in:arte, Giardino