Magazine Psicologia

Quando l’inatteso aiuta a crescere.

Da Davide

Riflettevo oggi su quel tipo particolare di energia che anima l’umano. Essa è in campo sia nei discorsi intellettuali (pensiamola in chiave psicoanalitica, ad esempio) che in quelli del senso comune (con il concetto di “esaurimento”, molto in voga per descrivere alcuni sintomi poi ri-categorizzati nel concetto di “de-pressione”) o ancora nelle trazioni più spirituali (l’energia cosmica della newage). In generale, il termine energia è alquanto vago nelle scienze psicologiche e sociali, è più a proprio agio in quelle bio-fisiche. E’ comunque innegabile che l’umano percepisca dentro di sè una dose più o meno alta di energia, a seconda dei momenti della giornata, dell’assetto psico-emotivo, dei rapporti con le altre persone o in situazioni peculiari come una performance imminente.

Riflettevo oggi su quella particolare energia che non sappiamo di avere. A tutti credo sarà capitato di trovarsi in situazioni particolarmente difficili, stressanti, momenti di disorientamento e di grande problematicità scoprendo, una volta superate, di averle affrontate con una forza, o un’energia, che non si pensava nemmeno di avere. Tanto da chiedersi….”ma come ho fatto? Ah, se mi ricapitasse, non so come fare!” So per certo che è esperienza comune.

A livello di gruppo mi è capitato, in passato, di trovarmi in situazioni eccezionali dal punto di vista lavorativo, ad esempio quando, a causa di malattie stagionali, ci si trovava drasticamente sotto-organico con la necessità di portare comunque a termine la giornata potendo contare su un numero di colleghi dimezzato e mansioni raddoppiate. La quotidianità era saltata, gli schemi abitudinari non utilizzabili, una nuova inattesa situazione era da gestire in maniera ottimale inventando su due piedi nuove soluzioni. Non c’erano sbavature, conflitti, inefficienze: la macchina girava benissimo perchè non ci si poteva permettere che non funzionasse. Il gruppo sembrava in uno stato di flow, radicato, aperto, positivo, produttivo, autosostenitivo.

L’inatteso richiedeva qualcosa di nuovo, e ogni elemento del gruppo portava quel plus di energia, di lucidità e di attenzione che serviva, momentaneamente per gestire l’emergenza. Alla fine della giornata tutti si sentivano stanchi ma vivi e soddisfatti, contenti di avercela fatta, di aver saputo gestire l’inatteso. Tutti erano stanchi, ma svegli e consapevoli di ciò che avevano fatto come gruppo.

E’ quando l’energia sopita dalla quotidianità ci risveglia.

E’ quanto l’inatteso aiuta a crescere.


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