“Ho comprato la scopa nuova.”Lo dice con apparente noncuranza, come leggesse le pagine gialle, ma l’enfasi attaccata a quelle cinque parole ha il peso specifico del piombo.Leggo il sottotesto: Io, che mi sento accusare di non aiutare in casa, ho comprato una scopa. Che ci serviva. Da settimane.
E non una scopa qualunque. Ho comprato la scopa. Bellissima. Coloratissima. Maneggevole.Ho allungando il tragitto di rientro dal lavoro, per farlo.Io.Sfidando le masse stipate nell’ipermercato.Sempre io.Comprato.Io.Sì, perché ormai anche lui dice una cosa intendendone un’altra.Dannata parità.Lo ringrazio con la sua stessa noncuranza. Di piombo. “Dopo la guardo, che mi sono appena seduta." Sottotesto: Mi sono appena seduta, dopo aver sistemato la cucina, addormentato il pupo, caricato la lavatrice, raccattato giochi negli angoli più remoti di casa.Ah. E sono stata in ufficio, oggi. Come ieri. E l’altro ieri. E l’altro ieri ancora.
Appena si allontana, mi fiondo a sbirciare. Manico telescopico double color. Impugnatura di un verde fosforescente che mette allegria. Leggera. Maneggevole. Tutta scintillante. E con una spazzola carinissima grigio perla. Dico sul serio. Ca-ri-nis-si-ma. E folta. Come non ne ho mai viste.E di plastica dura.Aspetta. Pastica? Dura?Guardo meglio.È una scopa da esterno. E c’è pure scritto sull’etichetta: E-S-T-E-R-N-O.A caratteri cubitali, in rosso, su fondo bianco. Non si può dire che passi inosservato.
Avessimo almeno il giardino.