Magazine Economia

Quando la cattiva informazione televisiva rischia di produrre piu' danni dei fallimenti bancari

Creato il 20 dicembre 2015 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA
QUANDO LA CATTIVA INFORMAZIONE TELEVISIVA RISCHIA DI PRODURRE PIU' DANNI DEI FALLIMENTI BANCARI Essendomi  imbattuto in un intervento dell'Avvocato Vassalle alla trasmissione La Gabbia (lo potete vedere QUI, dal minuto 53), alla luce di ciò che sta accadendo ad alcune banche (e di conseguenza ai risparmi di decine di migliaia di persone), nell'interesse di tutti i risparmiatori che leggono questi pixel, mi sento in dovere di precisare alcune cose (pericolose) dette dall'avvocato Vassalle.
L'Avvocato usa toni forti per rappresentare la fragilità di molte banche italiane. Fin qui nulla di nuovo, se non fosse che in Italia esistono comunque alcune banche la cui possibilità di dissesto è fattore assai remoto. L'avvocato inoltre "suggerisce" di "liquidare gli investimenti e depositare i soldi nelle cassette di sicurezza". Personalmente, al netto della mera questione di opportunità,  ho nulla in contrario all'utilizzo del contante come strumento di tutela dei propri risparmi. Anzi, ricorrendo taluni rischi, l'utilizzo del contante è un'ottima soluzione. Tuttavia, se non fatto con opportuni accorgimenti, potrebbe essere molto pericoloso per il risparmiatore per i motivi che potete leggere in seguito. 
Della possibilità di utilizzare il contante come strumento di protezione del patrimonio, ne abbiamo già parlato in diversi articoli (che potete leggere in seguito) e, spesso, mi capita di parlane anche nei convegni a cui partecipo.
A tal proposito, vale la pena riproporvi un video di un convegno di un paio di anni fa, nel quale, appunto, si parlava dell'utilizzo del contante come strumento per evitare la patrimoniale. Tenete ben presente che, all'epoca del video,  non era ancora stata definita la normativa europea sulla risoluzione delle crisi bancarie, ma già l'esperienza cipriota ne aveva innescato i prodromi.


Primo: ammesso e non concesso che prelevare in contanti (e convertire) una somma di denaro dal proprio conto corrente potrebbe accendere l'interesse del fisco, che potrebbe essere indotto a promuovere qualche accertamento non solo limitato alla sfera di quel patrimonio, il vero problema, sotto il profilo fiscale,  sorge successivamente, magari dopo molto tempo,  nella fase di riemersione di queste sostanze liquide. Cioè, quando un giorno queste valute torneranno nel conto corrente. Perché, è ovvio, la banca, non solo ai fini della normativa sull'antiriciclaggio, sarà tenuta ad effettuare le relative segnalazioni  alle autorità preposte. E posso garantirvi che segnalazioni riguardati importi di elevata entità danno assai nell'occhio. Quindi, ammesso che si eviti l'accertamento del fisco in occasione del prelievo dal conto, è abbastanza remota la possibilità che possa essere  evitato successivamente, in futuro, in occasione della riemersione delle sostanze, con il versamento sul conto corrente. E, in questo caso, l'onore di provare la legittimità (non solo fiscale) del patrimonio versato sul conto, spetta al risparmiatore, che rischia di diventare anche contribuente, per via dell'accertamento fiscale che potrebbe subire. Tuttavia,  nulla di particolarmente preoccupante (?), se si pongono in essere le dovute cautele.  Se sei interessato a scoprire le forme di tutela puoi scrivere a [email protected], indicando nome, cognome e recapito telefonico. Secondo: e' chiaro che chiunque depositi dei valori in una cassetta di sicurezza voglia anche  avere tutte le garanzie, in termini assicurativi, circa il fatto che i propri valori siano custoditi in tutta sicurezza e tranquillità. Quindi, anche al riparo da furti. In genere, quando si paga il canone relativo alla cassetta di sicurezza, questo comprende anche un'assicurazione contro il furto, che copre, nella maggior parte dei casi, fino ad un massimo di 2500/5000 euro di valori depositati. Va da se che se si depositano valori significativamente più elevati, occorre quantomeno elevare la garanzia fino allo stesso livello delle somme ivi depositate, pagando l'integrazione assicurativa, che sono comunque dei bei soldini. Si da il caso che le banche, nell'ambito delle comunicazioni che sono tenute ad effettuare periodicamente al fisco, siano obbligate  a segnalare anche i dati anagrafici dei titolari di cassette di sicurezza, i relativi accessi e, guarda caso, anche il valore dell'assicurazione posta a tutela delle somme ivi depositate. Ciò potrebbe lasciar supporre che, in caso di una eventuale imposta patrimoniale, il fisco potrebbe essere tentato di colpire anche le cassette di sicurezza ampliando la base imponibile del prelievo, fondando la pretesa proprio in base al valore dell'assicurazione. A parer di chi scrive, per quanto esistano dubbi sulla legittimità di un eventuale imposta patrimoniale fondata su una base imponibile assunta in base al valore assicurato di una cassetta di sicurezza, è chiaro che, se così non fosse, il fisco potrebbe colpire i valori depositati al pari di altri tipi di impieghi o di investimenti. Quindi, gli sforzi profusi dal risparmiatore per mettere al riparo i risparmi dall'aggressione del fisco, potrebbe risultare del tutto vani, se non, addirittura, almeno parzialmente, letali. Terzo: e anche questo è una fattore di non poco conto, che  determinerebbe dei costi che potrebbero essere addirittura superiori all'imposta patrimoniale che si vorrebbe evitare. Per quanto siano preoccupati (e anche inquietanti) i segnaliprofusi da molteplici esponenti politici e non, che si dicono favorevoli all'applicazione di un'imposizione patrimoniale straordinaria, non è fatto detto che si possa giungere ad una soluzione del genere  e che lo si possa fare in tempi brevi. Pertanto, ammesso che depositare il proprio patrimonio liquido in una cassetta di sicurezza, possa considerarsi una strategia priva di rischi (ma, come abbiamo dimostrato, non lo è affatto), esiste l'ulteriore rischio  di dover prolungare per un periodo di tempo non breve questa strategia, rinunciando, quindi,  a qualsiasi forma di remunerazione, ad esclusione di quella  eventualmente derivante dall'apprezzamento delle valute stranieri, qualora siano state depositate sostanze liquide in valuta estera. Analogo ragionamento può essere osservato per coloro che intendano depositare nelle cassette di sicurezza sostanze liquide in valuta straniera, al fine di avvantaggiarsi da un eventuale crollo della moneta unica, poiché non è affatto detto che ciò avvenga (anzi, appare abbastanza remoto) e soprattutto quando possa avvenire. In questa ultima i ipotesi, si ritiene che i tempi non siano affatto brevi. Quarto: L'ultima considerazione da fare riguarda poi la solidità della banca prescelta. Nel senso che occorrerebbe comunque valutare con molta attenzione la banca sulla quale depositare il risparmio, stante il precario equilibrio in cui versano un numero non del tutto trascurabile di banche. Ma questo, a dire il vero, andrebbe fatto e ponderato con estrema cautela  per qualsiasi tipo di investimento e/o deposito, onde evitare che i risparmi di una vita possano andare in fumo. La conclusione a cui possiamo giungere è che ogni risparmiatore dovrebbe affidarsi ad un consulente serio e preparato che sappia orientarlo nelle scelte di investimento e di gestione del patrimonio più aderenti al suo profilo di rischio, alle aspettative, implementando soluzioni di messa in sicurezza dei patrimoni.

Se sei interessato a scoprire le forme di tutela puoi scrivere a [email protected], indicando nome, cognome e recapito telefonico.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog