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Quando la classe vince: un’esperienza di mancata Pre-senza

Da Davide

Prefazione. Ultima ora dell’ultimo pomeriggio della settimana. Non il momento migliore per fare una lezione di storia. Anche la classe poi, un gruppo di due differenti classi riunite per le materie teoriche, 28 ragazzi in tutto, non costituiscono il miglior contesto di partenza, il miglior presupposto per una lezione tranquilla.

Mettici poi un pregiudizio nella testa: che siamo alla fine di un marzo che sa già di aprile inoltrato, che è quasi Pasqua e che la testa è già spaccata in quattro da stage, vacanze ed esami.

Inoltre, come premessa ci sta anche che devi portare a termine un lavoro fatto da un altro Prof. che ti ha chiesto di collaborare per un bel progetto, ma che non è tuo, che non hai mai sentito tuo e che devi per forza concludere perché i ragazzi sanno di averlo fatto bene e vogliono metterti alle strette inchiodandoti su buone valutazioni.

E come pretesto la stanchezza di tutta una settimana che anche tu sei stanco mica solo loro e che quindi non ti sei preparato granché bene la lezione perché tanto è solo un’ora e passa in fretta.

E poi comicia la lezione e al primo accenno di deriva di continenti in testa ti partono tutti i preconcetti su che cosa ha da fare il Docente preparato preposto a prescrivere predispozioni premeditate per preadolescenti (piuttosto cresciuti) prevenuti…

E poi a fine lezione mi chiedo perché io possa ascrivere quest’ora nel libro nero delle peggiori performance professionali?

Forse se in cattedra ci fossi salito, invece di rimanere sulla pre-della…


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