Quando la fortuna ci vede benissimo e decide di evitarti

Da Marlenetrn

Ore 15:15
Metto a nanna la rana, appena tornata dall’asilo.
Ore 15.30
“cof”
- mi sto versando il caffè.
“cof”
- faccio finta di niente e soffio sul caffè.
“cof, cof”
- comincio a pensare che dovrei andare a vedere, ma aspetto ancora un attimino.
“cof, cof, cof”
- ora smette, mi avvicino il caffè alle labbra …
“maaaaaaaaaammaaaaaaa!!”
- (tosse del cavolo) poso il caffè (lo finisco dopo, penso), due minuti, la riaddormento e torno.
Le ultime parole famose.
Ore 16.30
Del caffè non si hanno più notizie, abbandonato sul tavolo della cucina insieme a tutte le buone speranze di finirlo in santa pace.
La rana salta da una parte all’altra del letto cantando “cappuccetto rosso, vieni, vieni, qua…”
La sottoscritta dopo aver raccontato 10 volte la favola di Cenerentola si sta facendo una mezzoretta di sonno.
Ore 17.00
“Rana, ce ne andiamo in ludoteca?”
“si, si, addiamo alla lutoteca, cotì dommo dento la vacca delle palline!”
“come dormi? Non ci pensare nemmeno, se hai sonno ti rimetto a letto!”
“mamma, io chezzo, non vollo dommire, vollo giocare con le palline…”
“ok, ora siamo d’accordo, forza vestiti che andiamo.”
Ore 17.20
Lego la rana al sediolino. Mi infilo in macchina e nell’esatto momento in cui metto in moto, si scatena il diluvio universale. L’acqua mi veniva contro a secchiate da 1000 litri l’uno e i tergicristalli al massimo, non ce la facevano a tenere libero il parabrezza che a momenti pare collassare sotto il peso e la violenza di tutta la pioggia che viene giù.
A 40 all’ora e dopo diversi repeat della mini playlist della Rana arriviamo in ludoteca.
“Mi dispiace signora ma oggi c’è una fesa privata, e ho dato l’esclusiva della sala … torni domani!”
Ok, niente panico, niente panico, respira profondamente e trattieni tutte le parolacce che ti salgono alla mente.
“Mamma pecchè no scendiamo?”
“Amore è chiuso oggi , andiamo in un’altra…”
2° Ludoteca. Parcheggia la macchina. Predi l’ombrello, porta in braccio la rana per non farla affogare nelle pozzanghere profonde due metri. Entra. Vai nello spogliatoio, infilale le calzine anti scivolo con i fiorellini e dirigiti verso il desk.
“Salve!”
“Salve, come si chiama la bambina?”
“Rana”
“Non è nella lista?”
“Quale lista mi scusi, è una ludoteca o una discoteca?”
“non siete qui, per la festa?”
“festa? “
“oggi, c’è una festa privata e abbiamo dato l’esclusiva della sala!”
“Ma cos’è tutti oggi sono nati?”
“come scusi?”
“…”
Riprendi la rana, riportala nello spogliatoio, rivestila.
“ Amore, ehm, dobbiamo andare, vedi, pare che tutti abbiano deciso di festeggiare il compleanno oggi, quindi…”
“compleanno, mio?”
“no amore, non il tuo, ora andiamo che ti compro una bella cosa!”
“Dove anniamo?”
“ehm, ora vediamo, se me ne viene in mente qual cos’altro…”
“io vollo stare qua!”
“non possiamo”
“uahhhhhhhhhhhhaaaaaahaaaaauaaaaaahahahahaha”
Ore19:00
Ancora in auto, dopo aver fatto il giro turistico delle pozzanghere e della città che quando piove impazzisce, sulla strada verso la 3° ludoteca, la Rana si addormenta. Viro verso casa, triste e sconsolata.
Ore 20.30
Per cena pizza rustica. Quella buona, buona con la ricotta e gli spinaci.
Prendo un rotolo di pasta, di quella già pronta, la apro la farcisco la sistemo per bene e la inforno.
“hum che profumino”
Addento un pezzo di pizza e…qualcosa non va!
Un netto contrasto tra dolce e salato mi manda in tilt le papille gustative.
Per l’esattezza, la pasta è dolce e il ripieno è salato.
“Santi numi!”
Corro a rovistare nella pattumiera alla ricerca dell’involucro della pasta pronta.
NO, non era pasta sfoglia! Era pasta frolla, quella per dolci!
Ora venitemi a dire che la fortuna è cieca? Quella, ve lo dico io, ci vedo benissimo e ha deciso di scanzarmi ed evitarmi alla grande.
Più sfigati di così, in un solo giorno, non si può.

Song:
The Doors - Hello, I Love You


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