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Quando la letteratura si ispira alla televisione

Creato il 20 marzo 2013 da Weirde

A giugno in America sarà pubblicato il primo libro di una nuova serie della famosissima autrice Janet Evanovich che ha raggiunto le vette delle classifiche grazie ai libri con protagonista Stephanie Plum.

Una nuova serie che promette di unire ancora una volta giallo, romanticismo e ironia, nonchè un piglio decisamente televisivo…..

Eccone in anteprima la sinossi:

The Heist

Titolo: The Heist

Autore: Janet Evanovich e Lee Goldberg (Lee Goldberg è l’autore del telefilm Monk)

Trama: L’agente speciale dell’FBI Kate O’Hare è conosciuta per la sua dedizione e disciplina sul lavoro, adora dare la caccia ai criminali e metterli in prigione. Il suo capo la descrive come tenace e ambiziosa, I suoi amici la considerano tosta, ostinato e anche un pochino ossessionata dal suo lavoro. Kate si è fatta un nome negli ultimi cinque anni, ma l’unico nome che le interessa è quello di Nicolas Fox, truffatore internazionale che continua a sfuggirle.

Audace, bello, e pericolosamente affascinante, Nicolas Fox ha un talento naturale per la truffa ed è famoso per avere elaborato piani elaborate e molto scaltri per gabbare persone ricche e altolocate. All’inizio l’ha fatto per mero denaro , ma ora lo fa per il piacere di farlo, adora l’adrenalina e il fatto di riuscire sempre a sfuggire all’FBI e in particolare a Kate O’Hare. Per Nick non c’è brivido più grande che quello di essere inseguito da una bella donna… anche se lei punta solo ad arrestarlo. Ma quando sembra che finalmente Kate sia riuscita nel suo intento ecco che lui tira fuori un asso dalla manica: riesce a convincere ad assegnargli un incarico che consiste proprio nell’affiancare l’agente speciale Kate O’Hare.

Devono unire le forze per fermare un broker corrotto che si sta nascondendo su un’isola privata indonesiana, ma dover collaborare metterà a dura prova la pazienza di O’Hare e l’abilità di Fox. Anche perché al loro team si uniranno degli attori esibizionisti, dei ricercati e il padre di Kate. Dovranno affrontare inseguimenti ad alta velocità, pirati e confezioni di torrone, tutti in un’unica giornata di lavoro…e naturalmente O’Hare e Fox devono anche cercare di non uccidersi a vicenda.

Interessante come trama? Non vi ricorda qualcosa?

Io non appena l’ho letta ho pensato subito che somigliava tantissimo alla trama di un telefilm che in questi ultimi anni ha avuto un buon successo, anche da noi, in effetti, e che si intitola White Collar.

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Trama del telefilm (presa da Wikipedia): New York. Neal Caffrey è un giovane ed affascinante mago della truffa, geniale e spavaldo. Peter Burke è invece un esperto agente dell’FBI che fa parte della sezione White Collar Crime Unit, una divisione dell’agenzia che si occupa di crimini non violenti, quali truffe, frodi, falsificazioni e furti d’arte, perpetrati per la massima parte da persone di stato sociale medio alto e spesso nell’ambito della loro professione. Dopo anni di indagini ed inseguimenti, l’agente Burke è stato capace di catturare faticosamente Caffrey e consegnarlo alla giustizia, ma pur di non rimanere in prigione, Neal si offre come consulente a Peter per aiutare l’FBI nei suoi casi irrisolti, chiedendo come ricompensa la libertà. Sulle prime l’agente rifiuta, poi però capisce che l’esperienza di Caffrey nel settore potrebbe rivelarsi molto preziosa per risolvere le indagini della sua divisione. Neal ottiene così il rilascio sotto la custodia di Burke e, pur tra alti e bassi, la loro partnership funziona così bene che Neal viene presto confermato come consulente fisso dell’FBI. Il ragazzo trova però difficile adattarsi al suo nuovo ruolo dall’altra parte della barricata, rischiando spesso di ricadere nelle vecchie abitudini; allo stesso modo, pur concedendogli molto credito, Peter non riesce mai a nutrire piena fiducia nell’operato di Caffrey, mostrandosi spesso sospettoso e prevenuto nei suoi confronti. La semilibertà ottenuta è indispensabile a Neal per scoprire dove sia finita Kate, la donna di cui è innamorato, che dopo un ultimo colloquio in carcere è misteriosamente scomparsa.

Qui in Italia questo telefilm non ha avuto tanto eco, ma è stato trasmesso su diversi canali, compresa Italia Uno, e se non l’avete mai guardato, fatelo perché merita anche solo per la bellezza dell’attore che interpreta Neal: Matt Bomer.

A sua volta White Collar a mio parere si è ispirato molto ad un telefilm degli anni ottanta che si intitolava Remington Steele e che ha lanciato Pierce Brosnamm.

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La serie televisiva raccontava le vicende di una investigatrice privata, Laura Holt (interpretata da Stephanie Zimbalist), che decideva di aprire una agenzia investigativa tutta sua; agenzia che però non veniva presa sul serio, in quanto “diretta da una donna”. Così, allo scopo di acquisire maggiore credibilità, Laura inventa “un abile principale maschio” dal nome, appunto, di Remington Steele.

Tutto sembra andare a meraviglia per Laura e i suoi collaboratori, finché un giorno, un abile truffatore (interpretato da Pierce Brosnan) non tenterà di rubare delle pietre preziose che Laura era incaricata di proteggere. L’uomo, scoperto l’inganno dell’investigatrice, rinuncia al furto e, affascinato dalla donna e dal ruolo di detective, decide a sua insaputa di interpretare il ruolo del suo capo e poi concorda con lei di diventare veramente il suo capo per finta e di assumere l’identità di Steele in modo da aiutarla a trattare con i clienti.

All’inizio perciò assume un ruolo di facciata all’interno dell’agenzia, declinando a Laura e ai suoi collaboratori gli incarichi lavorativi, ma progressivamente “prende le sembianze” di questo uomo di fantasia e acquisisce sempre più dimestichezza e interesse verso l’attività lavorativa. Anche perché le sue conoscenze personali del mondo criminale e delle truffe lo aiutano molto nelle indagini.

Remington è bello affascinante ed intelligente anche se un poco ladro e la tensione romantica tra lui e Laura permea tutta la serie. Cosa che secondo me tornerà anche nel romanzo della Evanovich, almeno a giudicare dalla sinossi….vedremo quando lo leggerò.

Certo dopo aver letto le trame di questi telefilm salta all’occhio come l’idea non sia del tutto originale, ma se fatta bene, la cosa in fondo non importerà più di tanto.


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