Quando la lettura è un obbligo

Creato il 14 luglio 2013 da Sulromanzo
Autore: Elena SpadilieroDom, 14/07/2013 - 14:30

Per gli studenti è tempo della compilation delle letture estive. Libri il più delle volte imposti, tanto che ricordo ancora quando fui costretta a leggere La luna e i falò di Pavese, che apprezzai solo in seguito, quando l'ho riletto di mia spontanea volontà. Il 6 luglio scorso è uscito su Il Corriere della Sera l'articolo Metti Proust in valigia (e ricordati di leggerlo), in cui venivano segnalati alcuni titoli estivi suggeriti agli studenti delle scuole di Milano. È interessante notare come oggi venga riservato uno spazio importante all'educazione civica, sin dalle scuole elementari: infatti, uno dei titoli proposti è Sei stato tu? di Colombo - Sarfatti, in cui vengono spiegati, in maniera semplice, i principi della Costituzione. Invece, come vent'anni fa – ovvero, quando alle elementari ci andavo io, nei primi anni Novanta – continua a venire consigliato Favole al telefono di Gianni Rodari.

Una piccola differenza a distanza di un decennio è riscontrabile soprattutto nelle letture del liceo. Un'estate dovetti scegliere tra La chimera di Vassalli (che era già un attimo meno datato, essendo del 1990), La mandragola di Macchiavelli, il sopraccitato La luna e i falò, Il fu Mattia Pascal di Pirandello e Se questo è un uomo di Primo Levi. Se Pirandello o Levi rimangono letture obbligatorie, gli studenti attuali possono spaziare anche tra i classici della letteratura internazionale (come il distopico 1984 di George Orwell), ma anche alcuni nomi italiani più recenti, come Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia o Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda.

Una buona idea potrebbe essere quella delle famose “liste personalizzate” (tipo, i racconti sul calcio di Pasolini sarebbero un'ottima opzione per gli appassionati di questo sport). Forse sarebbe il caso che gli insegnanti spendessero più energie per assegnare a ciascun ragazzo una lettura conforme alle sue inclinazioni, poiché, in questo modo, le cose lette verranno assimilate con maggiore facilità e costituiranno uno stabile e imperituro bagaglio culturale.

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