Magazine Architettura e Design

Quando la moda fa goal

Creato il 17 febbraio 2016 da Harimag

Quando la moda fa goal

Se ai suoi albori il calcio era racchiuso all’interno dei College, adesso spopola, non solo tra le folle dei tifosi, ma anche sulle passerelle dei migliori stilisti. Andando per ordine, bisogna capire come uno sport così banale abbia raggiunto tanto successo fino ad influenzare le tendenze di moda.
Il calcio organizzato per la prima volta fu giocato in Inghilterra nel 1860. Entrambe le squadre si distinguevano indossando cappucci colorati o fasce.  Ciò creò problemi nel distinguere i compagni dagli avversari, così nel 1870 sono state indossate le prime maglie a strisce standard con calzoni e pantaloni lunghi insieme ad una cintura o a delle bretelle. Nel 1903, quando il football iniziò a diffondersi in tutta Europa, la Juventus creò per la sua squadra delle maglie a strisce bianche e nere ispirate alla squadra inglese del Notts County.

Quando la moda fa goal

Negli anni venti vennero introdotte le maglie numerate che inizialmente non furono gradite, ma intorno al periodo della seconda guerra mondiale la numerazione divenne fissa, con i giocatori che indossavano i numeri dall'1 all'11. Anche se non c’erano regole su quale numero preciso dovesse utilizzare un giocatore, i numeri venivano indossati in base al ruolo del giocatore in campo, un esempio, il numero 9 era solitamente riservato all'attaccante principale.

I primi scarpini ad essere tagliati al di sotto della caviglia vennero introdotti dall'Adidas nel 1954, che allo stesso tempo sviluppò le prime scarpe con i tacchetti che potevano essere modificati in base alle condizioni del campo.

Negli anni ’70 alcuni brand come, Adidas, Puma, Hummel, iniziarono a sponsorizzare le maglie di calcio con disegni che via via sarebbero stati più complicati, fin quando negli anni 2000 le maglie dei giocatori, con i loro nomi e il loro numero, vennero introdotte nel mercato; basti ricordare le maglie di David Beckham che superarono il milione di vendite, per capire quanto il calcio incominciasse ad essere un fenomeno mondiale.

Quando la moda fa goal

Come un “fashionista” individua al primo colpo la differenza tra un abito Armani e uno Alexander McQueen, allo stesso modo i fanatici di calcio identificano in un attimo una maglia del Real Madrid in trasferta. Da cui si può dedurre come adesso calcio e couture iniziano ad avere sembianze simili, fino a farsi influenzare l’una dall’altra.

La moda esce dal campo e veste i calciatori anche nella vita quotidiana. Prendiamo alcuni esempi: la divisa sociale del Paris Saint-Germain, per la stagione 2015/2016, è di Hugo Boss; l'Arsenal ha scelto come partner Lanvin, una scelta coerente con l'immagine di una squadra all'inglese; dal 2013 il marchio Replay veste i giocatori del Barcellona con abiti che uniscono l’elegante al casual con camicie denim.

Quando la moda fa goal

Dolce & Gabbana, invece, si occupa del Milan dal 2004 e ultimamente veste anche il Chelsea, per il quale ha progettato un doppio vestito: un abito su misura accompagnato da un abbigliamento casual. Un completo a tre pezzi con il logo del club ricamato a livello del cuore e una tenuta con scarpe da ginnastica, jeans e camicia nera. Infine, torniamo in Italia con Trussardi che veste la Juventus dalla stagione 2013/2014, riuscendo a creare un perfetto mix di eleganza e spirito vincente.

Fin qui la moda si è occupata del calcio, ma a volte è il calcio a fare tendenza. David Beckham, durante la sua carriera ha cambiato molte squadre, ma la sua passione per la moda è sempre stata immutata tanto da portarlo a creare una linea di abbigliamento maschile, collaborando con uno dei fast fashion più famosi, H&M;.

Quando la moda fa goal

Beckham fu il primo a portare lo stile metrosexual sui campi da calcio. O ancora il marchio CR7 creato da Cristiano Ronaldo che porta nel campo della moda il suo stile di intimo maschile. Non solo boxer, però. Cristiano Ronaldo è un vero e proprio imprenditore del mondo fashion. Il calciatore, infatti, produce una linea di calzature e una di camicie.

Questi due esempi dimostrano che alcuni calciatori sono vere e proprie icone di stile e non solo semplici sportivi.

Gracy Guzzardi


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog