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Quando la moglie è in vacanza. Billy Wilder & Marilyn Monroe (1)
Creato il 23 agosto 2011 da SpaceoddityIo amo entrambe le fasi del regista: ma ne amo di più questa seconda, anche se per natura sono più vicino alla prima (la professoressa con cui mi sono laureato, donna capace di affettuosi e dotti eufemismi, diceva che tendo al sublime, ma intendeva dire che mi manca il senso dell'umorismo e forse della concretezza). Alla fase più sbarazzina, diciamo così, appartengono appunto Quando la moglie va in vacanza e A qualcuno piace caldo. Film dalle trame facili e dalla leggerissima sceneggiatura, non perdono nulla dell'arte e della profondità di un regista fuoriclasse.
In Quando la moglie è in vacanza, Richard Sherman (Tom Ewell, volto di popolari serie TV americane) manda la moglie Helen (Evelyn Keyes, la Suellen O'Hara di Via col vento, per intenderci) e il figlio a mare, rimanendo a Manhattan a lavorare, senza neanche troppa gioia per la solitduine o per le possibili trasgressioni. Solo che c'è una vicina, il cui nome rimarrà ignoto per tutto il film, l'inquilina del piano di sopra, che sconvolge i piani: va da sé che si tratta di Marilyn Monroe, già icona del cinema al momento di girare questo film, al punto che - parlando con un amico - Richard dice, della bionda in cucina, che maybe she's Marilyn Monroe.
Donna dei desideri per antonomasia, la vicina spariglia piani e sogni a occhi aperti (e occhi chiusi, a dire il vero) di Sherman. Questi è, infatti, uomo dalla spiccatissima, incontrollabile fantasia, capace di immaginare la moglie, col suo cinico atteggiamento reale, e insieme, in controscena, le sue avventure galanti, nelle quali ama rappresentarsi come l'uomo fedele, tutto d'un pezzo, nonostante le sanguigne profferte amorose di donne appassionate e sensuali. Sono sogni melodrammatici, ma dove l'amore - svanito dalla vita reale - è assoluto protagonista, scenette farsesche che riproducono e insieme scherniscono un cinema avvertito come inattuale, buffo, francamente ridicolo.
Altrettanto ridicoli sono i sogni infelici che la donna provoca in Richard: sogni di infelicità, sogni luttuosi, sogni tetri e privi d'amore, pieni d vendetta, minacce e sangue. L'inconscio emerge nel film in forma di uno psicanalista, il dr. Brubaker (Oskar Homolka), ma ha la stessa leggerezza dell'aria che sale dalle grate della metropolitana e solleva la gonna di Marilyn Monroe in una delle scene più celebri e iconizzate della cinematografia di tutti i tempi: lascia intravedere qualcosa che c'è, ma sta lì e non si tocca. Si toccano, invece, gli oggetti della vita quotidiana, come spesso accade in Billy Wilder (penso alla racchetta per scolare la pasta ne L'appartamento o allo scrittoio-nascondiglio in Prima pagina). La casa diventa occasione di gioco e perfino di clownerie in una cornice quotidiana. La fantasia si scatena rimanendo la stessa realtà abitata dagli spettatori.
Film pieno di cose e di musica, Quando la moglie è in vacanza è una sorta di Così fan tutti del cinema moderno. Ironicamente introdotto da una parentesi etnoantropologica sugli indiani che abitavano l'isola di Manhattan secoli fa, Quando la moglie è in vacanza sottolinea il comportamento tribale dell'uomo contemporaneo: le sue abitudini eterne, le sue manie (oggi sovrainterpretate con la chiave dell'inconscio), l'imprescindibile aderenza dell'uomo a se stesso, nonostante le proteste: Oh no, not me! Ma come fai a resistere a Marilyn Monroe?
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