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Quando la moglie è in vacanza. Billy Wilder & Marilyn Monroe (1)

Creato il 23 agosto 2011 da Spaceoddity
Quando la moglie è in vacanza. Billy Wilder & Marilyn Monroe (1)Quando la moglie è in vacanza (1955, tit. or. The Seven Year Itch, lett. Il prurito del settimo anno) è il primo dei due film che Billy Wilder dedica a Marilyn Monroe e si colloca tra i due film che lo stesso regista dedica alla diversissima bionda Marlene Dietrich: Scandalo Internazionale (1948) e Testimone d'accusa (1957). Più vicino a quest'ultimo, sia per tempo che per ragioni stilistiche: mentre fino a tutti gli anni '40, Billy Wilder prediligeva il tragico, l'elegiaco, il doloroso, negli anni '50, almeno dopo Viale del tramonto, prevalgono le tinte comiche, farsesche, umoristiche.
Io amo entrambe le fasi del regista: ma ne amo di più questa seconda, anche se per natura sono più vicino alla prima (la professoressa con cui mi sono laureato, donna capace di affettuosi e dotti eufemismi, diceva che tendo al sublime, ma intendeva dire che mi manca il senso dell'umorismo e forse della concretezza). Alla fase più sbarazzina, diciamo così, appartengono appunto Quando la moglie va in vacanza e A qualcuno piace caldo. Film dalle trame facili e dalla leggerissima sceneggiatura, non perdono nulla dell'arte e della profondità di un regista fuoriclasse.
In Quando la moglie è in vacanza, Richard Sherman (Tom Ewell, volto di popolari serie TV americane) manda la moglie Helen (Evelyn Keyes, la Suellen O'Hara di Via col vento, per intenderci) e il figlio a mare, rimanendo a Manhattan a lavorare, senza neanche troppa gioia per la solitduine o per le possibili trasgressioni. Solo che c'è una vicina, il cui nome rimarrà ignoto per tutto il film, l'inquilina del piano di sopra, che sconvolge i piani: va da sé che si tratta di Marilyn Monroe, già icona del cinema al momento di girare questo film, al punto che - parlando con un amico - Richard dice, della bionda in cucina, che maybe she's Marilyn Monroe.
Quando la moglie è in vacanza. Billy Wilder & Marilyn Monroe (1)Donna dei desideri per antonomasia, la vicina spariglia piani e sogni a occhi aperti (e occhi chiusi, a dire il vero) di Sherman. Questi è, infatti, uomo dalla spiccatissima, incontrollabile fantasia, capace di immaginare la moglie, col suo cinico atteggiamento reale, e insieme, in controscena, le sue avventure galanti, nelle quali ama rappresentarsi come l'uomo fedele, tutto d'un pezzo, nonostante le sanguigne profferte amorose di donne appassionate e sensuali. Sono sogni melodrammatici, ma dove l'amore - svanito dalla vita reale - è assoluto protagonista, scenette farsesche che riproducono e insieme scherniscono un cinema avvertito come inattuale, buffo, francamente ridicolo.
Altrettanto ridicoli sono i sogni infelici che la donna provoca in Richard: sogni di infelicità, sogni luttuosi, sogni tetri e privi d'amore, pieni d vendetta, minacce e sangue. L'inconscio emerge nel film in forma di uno psicanalista, il dr. Brubaker (Oskar Homolka), ma ha la stessa leggerezza dell'aria che sale dalle grate della metropolitana e solleva la gonna di Marilyn Monroe in una delle scene più celebri e iconizzate della cinematografia di tutti i tempi: lascia intravedere qualcosa che c'è, ma sta lì e non si tocca. Si toccano, invece, gli oggetti della vita quotidiana, come spesso accade in Billy Wilder (penso alla racchetta per scolare la pasta ne L'appartamento o allo scrittoio-nascondiglio in Prima pagina). La casa diventa occasione di gioco e perfino di clownerie in una cornice quotidiana. La fantasia si scatena rimanendo la stessa realtà abitata dagli spettatori.
Quando la moglie è in vacanza. Billy Wilder & Marilyn Monroe (1)Film pieno di cose e di musica, Quando la moglie è in vacanza è una sorta di Così fan tutti del cinema moderno. Ironicamente introdotto da una parentesi etnoantropologica sugli indiani che abitavano l'isola di Manhattan secoli fa, Quando la moglie è in vacanza sottolinea il comportamento tribale dell'uomo contemporaneo: le sue abitudini eterne, le sue manie (oggi sovrainterpretate con la chiave dell'inconscio), l'imprescindibile aderenza dell'uomo a se stesso, nonostante le proteste: Oh no, not me! Ma come fai a resistere a Marilyn Monroe?

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