Un testamento spirituale, a questo ho pensato nel leggere i magnifici versi di Narda Fattori: un lascito particolare, talvolta sofferto, eppure mai dolente, prezioso di immagini e tessiture in cui la natura è cardine ai ricordi, lo spirito traghettatore dalla mente al cuore.
Spazia e sorvola lo sguardo della poetessa, appunta i suoi dettagli di vita e di emozioni, e ce ne rende partecipi.
Non dimenticare, sembra suggerire, l’attimo lucente che ha portato un fiorire di parole, il visionario spunto che dalla terra prende tutti i colori e li traspone in versi.
Un dono, ecco, che reca in sé una sorta di candore voltairiano nel rendere la realtà svelata, senza però escludere il sogno.
C’è tanto amore in questo andare indietro per coglierne bellezza da proiettare ancora nel presente e, a chi l’anima è desta, nel futuro che inevitabilmente segnerà la stasi.
Ché di sosta si tratta, e forse di altre porte ed altre chiavi.
Una poetica che in qualche modo è anche narrazione, che si dirama in ogni direzione, toccante e fluida, polisemica, di una piacevolezza straordinaria.
“Ecco la colpa le omissioni il restare
fra il poco e il nulla come su una foglia
di novembre che il vento ruba se gli pare
e quando
le omissioni appunto gli esclamativi caduti
quei punti fermi e neri come il tronco
che il fulmine ha colpito
questo ti racconto amica mia
del mio restare sempre sull’uscio
con quell’ansia di volo che mi porta via.”
Di seguito la lettura offertaci da Narda, del suo viaggio nel mondo, del suo vivere.
www.64k.it/andres/data/Varie/cambiare-di-stato.pdf