E lo stesso sul posto di lavoro: hai voglia a dire che va tutelato il lavoro e non il posto di lavoro (come dice il ministro), ma le cose non cambiano.
Le carte della procura, sul caso ilva a Taranto, inchiodano tutti: i politici che si sono lasciati influenzare, i tecnici del ministero, parte dei sindacati e dei giornalisti.
E ora non si può lasciare gli operai, da soli, di fronte a questa ennesima rappresaglia, dopo gli arresti decisi dalla procura.
Dov'è lo stato, se li lascia soli, con la loro rabbia?
Le richieste a Bersani e le promesse di VendolaE la lettera di Riva a Bersani: "mi scusi lo sfogo"
IL GIP: AL GOVERNATORE PUGLIESE “LA REGIA” DELLE PRESSIONI LA LETTERA PER DIRE A PIER LUIGI “DI NON FARE IL COGLIONE”
di Antonio Massari inviato a Taranto
Nell’estate 2010 il gruppo Riva si giocava tutto. E giocava su tutti i tavoli: minacciava di far saltare il ministro Stefania Prestigiacomo, gongolava per il “regalo” ricevuto da Silvio Berlusconi, scriveva a Pier Luigi Bersani per bloccare il senatore del Pd Roberto della Seta, spingeva sul governatore pugliese Nichi Vendola per “frantumare” il presidente dell’Arpa Puglia Giorgio Assennato, incassando - su quest’ultimo progetto - la complicità della Cisl. E nessuno – a giudicare dagli atti – che osasse contraddirli. Il tutto sotto la regia di Girolamo Archinà , dirigente Ilva per le relazioni istituzionali.
“MI SCUSI LO SFOGO”, scrive Emilio Riva, patron dell’Ilva, a Pier Luigi Bersani in una lettera del 30 settembre 2010 agli atti dell’inchiesta. Riva fa leva sulla “reciproca conoscenza” per segnalare al segretario del Pd quanto poco abbia gradito gli interventi del parlamentare democratico Roberto della Seta che lo hanno “sconcertato”. Della Seta annunciava di voler cambiare un provvedimento del governo Berlusconi (cosiddetto “decreto salva Ilva”) che rinviava di due anni il termine entro cui lo stabilimento di Taranto doveva rispettare i requisiti ambientali sul benzo(a)pirene. Riva è scandalizzato dalla “pressione mediatica violentissima”. Sentito dal Fatto Quotidiano, Della Seta spiega: “Nel testo su cui il Parlamento aveva espresso parere non c'era la norma che prorogava i limiti per la concentrazione di benzoapirente nell'aria. Venne inserita dopo con un blitz del ministro Prestigiacomo, una norma ritagliata esclusivamente su misura dell'Ilva. Ma nessuno del Pd, men che meno Bersani, mi ha mai chiesto di cambiare il mio atteggiamento. Feci interrogazioni e dichiarazioni, ma non ho ricevuto alcuna pressione”.