Nell’editoriale di oggi sul Corriere della Sera, Pierluigi Battista osserva due situazioni: una un po’ forzata, l’altra più veritiera. Obama, secondo Battista, all’indomani del voto di metà mandato si sarebbe addossato tutta la colpa della batosta rimediata dai democratici. Ecco, non è andata propriamente in questo modo. Obama ha riconosciuto la sconfitta (non avendo alternative del resto), ma si è detto comunque convinto dei buoni propositi dell’amministrazione e che servirà del tempo prima che i provvedimenti sinora adottati sortiscano i risultati sperati (è sintomatico della percezione a distanza di certe informazioni: noi europei, o almeno molti di noi, abbiamo la sensazione che Obama stia facendo bene mentre gli americani sembrano pensare il contrario). E, in aggiunta, che adesso l’amministrazione dovrà lavorare coniugando le buone idee di democratici e repubblicani (ad esempio, se c’è da migliorare la riforma sanitaria Obama è ben disposto ad ascoltare le ragioni degli esponenti del Gop). Battista ha ragione da vendere, invece, quando afferma che in Italia un leader politico non trarrebbe mai conclusioni del genere e che, piuttosto, griderebbe allo scandalo in caso di sconfitta elettorale, denigrerebbe l’avversario, se la prenderebbe persino con i cittadini che hanno votato contro il loro stesso interesse. Ma la fa lunga. La questione, caro Pigi, è molto più semplice di così: negli Stati Uniti la politica è una cosa seria.Magazine Politica
Nell’editoriale di oggi sul Corriere della Sera, Pierluigi Battista osserva due situazioni: una un po’ forzata, l’altra più veritiera. Obama, secondo Battista, all’indomani del voto di metà mandato si sarebbe addossato tutta la colpa della batosta rimediata dai democratici. Ecco, non è andata propriamente in questo modo. Obama ha riconosciuto la sconfitta (non avendo alternative del resto), ma si è detto comunque convinto dei buoni propositi dell’amministrazione e che servirà del tempo prima che i provvedimenti sinora adottati sortiscano i risultati sperati (è sintomatico della percezione a distanza di certe informazioni: noi europei, o almeno molti di noi, abbiamo la sensazione che Obama stia facendo bene mentre gli americani sembrano pensare il contrario). E, in aggiunta, che adesso l’amministrazione dovrà lavorare coniugando le buone idee di democratici e repubblicani (ad esempio, se c’è da migliorare la riforma sanitaria Obama è ben disposto ad ascoltare le ragioni degli esponenti del Gop). Battista ha ragione da vendere, invece, quando afferma che in Italia un leader politico non trarrebbe mai conclusioni del genere e che, piuttosto, griderebbe allo scandalo in caso di sconfitta elettorale, denigrerebbe l’avversario, se la prenderebbe persino con i cittadini che hanno votato contro il loro stesso interesse. Ma la fa lunga. La questione, caro Pigi, è molto più semplice di così: negli Stati Uniti la politica è una cosa seria.Possono interessarti anche questi articoli :
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