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Quando la regia originale si sposa con l’ action banale

Creato il 26 marzo 2011 da Dylandave

Quando la regia originale si sposa con l’ action banale

- The Green Hornet – 2011 - ♥♥♥ -

di

Michel Gondry

C’è un pò di tutto nell’ ultimo film dell’ eclettico Michel Gondry. C’è sicuramente l’ intenzione da parte della Sony Columbia di produrre un lavoro molto commerciale che si inserisca in quel contesto di action movies ispirati agli eroi dei fumetti, ma soprattutto c’è lo zampino di un regista avvezzo ai videoclip fin dai suoi esordi e con un approccio estetico alla cinematografia decisamente originale. D’ altro canto aveve provato un pò di tutto Gondry e aveva bazzicato dalla commedia al film drammatico, girando anche in digitale, quindi l’ idea di poter mettere il suo zampino su un genere cinematografico così tanto commerciale sicuramente è qualcosa che deve averlo tentato non poco. Nonostante le sue dinamiche narrative che perfettamente lo inseriscono nel contesto di genere Gondry riesce ad introdurre elementi che più rientrerebbero nella classificazione parodistica poichè mette in discussione le dinamiche di potere tra l’ eroe e il suo aiutante o i costumi (con mantelli e maschere) che spesso caratterizzano i protagonisti di questo tipo di film. L’ idea del “Calabrone Verde” nasce da un programma radiofonico degli anni ’30, in seguito diventato un fumetto e poi addirittura un serial televisivo che vedeva protagonista Bruce Lee come interprete della spalla dell’ eroe principale. Lo spettatore contrariamente a quanto avviene nei film che trattano di supereroi, questa volta difficilmente tenderà ad identificarsi nel suo protagonista a causa del tocco di Gondry che lo rende un ragazzino viziato e praticamente incapace, totalmente dipendente dal carattere e la forza del suo aiutante Kato e dalla sua bella segretaria, interpretata da Cameron Diaz, che in maniera del tutto ignara finisce per essere la mente di ogni loro azione. Non si può evitare di notare l’ ispirazione pulp che Gondry prende dal grande Tarantino, soprattutto in una delle prime sequenze, dove il cattivo interpretato da Christoph Waltz (che per alcuni istanti ricorda il cinismo del suo personaggio di Bastardi Senza Gloria) è protagonista di un lungo dialogo dal finale del tutto inaspettato e decisamente dai ritmi pulp. In definitiva, se non ci si lascia sviare solamente dal fatto che The Green Hornet è tutto sommato un blockbuster commissionato da una prestigiosa casa produttrice, non sarà difficile vedere che visivamente non ne resta solamente un prodotto commerciale. Perchè al suo interno troviamo parecchi marchi di fabbrica di casa Gondry come le accelerazioni di frame, i freezing frame da diverse angolazioni della macchina da presa e come ultimo, ma non trascurabile, lo split screen multiplo, che spesso lo ha contraddistinto nelle sue precedenti opere. Vale comunque la pena non perderlo quindi, soprattutto per chi è stanco dei soliti supereroi da emulare e da prendere come esempio.

Quando la regia originale si sposa con l’ action banale

( Accelerazioni e arti marziali)
Quando la regia originale si sposa con l’ action banale
( Un Christoph Waltz un pò fuori moda ma molto cattivo)

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