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Quando la religione perde se stessa

Creato il 18 giugno 2012 da Dallomoantonella

 

QUANDO LA RELIGIONE PERDE SE STESSA

 

Gli ennesimi episodi di violenza religiosa accaduti  in Nigeria  ci dimostrano  un modo di fare culto   che si trasforma in occasione di odio.  Ogni atto che utilizza la fede  religiosa, ossia un pensiero  seppur irrazionale  ma pur sempre  raziocinante,  nato per costruire la pace,  a fini politici, ideologici, razzisti, di prevaricazione e di morte,  è da condannarsi come atto dell’ignoranza e dell’intolleranza.

Non voglio e non intendo arrivare al punto di dover concludere, come altri fanno,  che sarebbe   la religione in quanto fanatismo,  l’origine e la causa di tutto questo male.

Il credo in un Dio monoteista (le peggiori violenze sono sempre accadute dentro il monoteismo)  non è di per se fonte  di violenza e divisione;  al contrario, lo spirito  che dovrebbe ispirare  l’appartenere  ad una fede umanitaria, nata per l’uomo e per l’umanità,  non può che essere  conciliatore, votato all’integrazione  e alla convivenza pacifica.

Quando questo non accade, e spesso non accade,   è solo e sempre l’uomo il vero e l’unico colpevole.

Come dire, non è l’arma che uccide, è chi la impugna e la utilizza a  scopi di morte.

Il pericolo più grande che consegue  questi atti terroristici (tutti egualmente da condannare, da qualunque fonte provengano o siano mai provenuti nel passato)  è che appunto si associa  l’agente alla religione che lo ha armato in modo improprio.

Non bisogna cadere in questo errore.

Anche se di fatto crimini di questa natura forse non  avranno mai fine.

Il vivere in un mondo molto imperfetto  non è una buona scusante per fare di peggio e per assuefarci   a  pericolosissimi luoghi comuni.

Un uomo di fede faccia l’uomo di fede, porti questo spirito di tolleranza verso il prossimo   nel suo operato quotidiano, non abbia mai a dimenticare d’essere chiamato a rappresentare la pace,  e abbia a condannare  sempre qualunque atto di violenza.

I cristiani ennesimamente uccisi  questa volta hanno reagito. Non sono in grado di non  comprendere  la difesa di chi si trova  sempre  attaccato  e non riconosciuto,  però  i popoli  che assistono a questi eventi, la gente comune che vive direttamente queste tragedie,   dovrebbe aprire gli occhi ed il cervello, ammettendo  tutti le proprie responsabilità. Per chiedere di conseguenza giustizia.

 

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