Ecco i presumibili 10 grandi errori della scuola reale:
1. La scuola agisce come se l’apprendere possa essere dissociato dal fare
2. la scuola crede che la valutazione sia parte del loro ruolo naturale
3. la scuola crede di essere obbligata a creare curricula standardizzati
4. gli insegnanti credono di dover dire agli studenti cosa loro pensano sia importante sapere
5. la scuola crede che l’istruzione possa essere indipendente dalla motivazione per un uso attuale
6. la scuola crede che studiare sia una parte importante dell’apprendere
7. La scuola crede che attribuire voti sulla base del gruppo di età sia una parte intrinseca dell’organizzazione di una scuola
8. la scuola crede che gli studenti si impegnano solo se si devono misurare con i voti
9. la scuola crede che la disciplina sia una parte costituente dell’apprendimento
10. La scuola crede che gli studenti abbiano, di base, un intrinseco interesse ad apprendere qualunque cosa la scuola decida di insegnare loro.
Estratto da
R. C. Schank, C. Cleary, Engine for Education, Lawrence Erlbaum Associates, 1995
Traduzione Gianni Marconato
Vediamo se possiamo ancora essere d’accordo con queste affermazioni:
- La scuola agisce come se l’apprendere possa essere dissociato dal fare
Significa che consideriamo l’apprendimento come pura teoria dissociata dalla pratica, mentre vivere e realizzarsi è una questione assolutamente pratica e contingente.
- la scuola crede che la valutazione sia parte del loro ruolo naturale
Significa che i docenti sono stati formati a pensare che loro saranno i soli valutatori del loro operato e dell’operato degli studenti, mentre invece il docente come un qualunque maneger è tenuto a rendicontare del proprio lavoro, ed i suoi primi (e forse veri) valutatori sarebbero gli stessi studenti
- la scuola crede di essere obbligata a creare curricula standardizzati
Significa che non ci sono curricula standardizzati, ossia programmi immobili e statici, calati dall’alto, e subiti passivamente, come una creatura a noi stessi estranea. I programmi sono concepiti in itinere secondo linee guida generali e personalizzati/modificati/integrati/allargati alle più diverse situazioni e condizioni.
4. gli insegnanti credono di dover dire agli studenti cosa loro pensano sia importante sapere
Significa che solo lo studente stesso può decidere alla fine cosa debba essere importante nell’apprendimento, che significa che lo studente stesso deve giocare un ruolo attivo e consapevole nella propria formazione.
5 la scuola crede che l’istruzione possa essere indipendente dalla motivazione per un uso attuale
Significa che la scuola non sa o non si preoccupa di coinvolgere, non sa o non si preoccupa di motivare, impone senza proporre o propone per imporre, sostituendosi al ruolo centrale ed insostituibile del discente.
6. la scuola crede che studiare sia una parte importante dell’apprendere
Significa che lo studio è solo una piccola parte dell’apprendere; si apprende anche e soprattutto costruendo, osservando, ascoltando, sperimentando, ricercando, viaggiando, facendo musica, teatro, e mille altre cose ancora.
7. La scuola crede che attribuire voti sulla base del gruppo di età sia una parte intrinseca dell’organizzazione di una scuola
Significa che il voto è solo un possibile e senz’altro limitato modo di fare scuola; esistono sistemi formativi ed educativi che non ricorrono affatto la voto e dimostrano di funzionare benissimo.
8. la scuola crede che gli studenti si impegnano solo se si devono misurare con i voti
Significa che gli insegnanti sbagliano a pensarlo; gli studenti scolarizzati credono nella funzione del voto solo perché non hanno conosciuto una forma alternativa di valutazione. Se la conoscessero, rinuncerebbero volentieri a un sistema di misura dei propri progressi così rigido ed irrisorio.
9. la scuola crede che la disciplina sia una parte costituente dell’apprendimento
Significa che non si può apprendere nel caos e nell’assenza di regole, ma che le regole non sono una parte costituente dell’apprendimento, ma solo necessaria, solo data in premessa, e non in sostanza. Bisogna fare disciplina per poi potercene dimenticare.
10. La scuola crede che gli studenti abbiano, di base, un intrinseco interesse ad apprendere qualunque cosa la scuola decida di insegnare loro.
Significa che molte scienze o saperi decisi e programmati dalla scuola potrebbero e possono non interessare di fatto gli studenti; di contro molti saperi non messi a programma potrebbero riscuotere la loro provvidenziale e preziosa attenzione che li trasformerebbe da giovani senza arte né parte a giovani con progetti ed entusiasmi da mettere alla prova.
Sembra che la carne messa al fuoco su cui riflettere sempre sia molta.
Tutto può essere sempre di certo migliorato rivisto ripreso e rivalutato.
L’importante per gli addetti ai lavori è di non strumentalizzare mai e di non lasciarsi mai strumentalizzare; è agire sempre con la massima diplomazia e disponibilità, verso tutti gli interlocutori coinvolti, perché quello che può sembrare inizialmente in un certo modo, se osservato da un’altra angolazione che non avevamo preso in conto può apparire completamente diverso.
La questione degli errori della scuola è di vecchia data, ma non si finisce mai di riproporla e di rivisitarla.
Naturalmente a docenti sempre pronti a rimettersi in gioco e a non perdere l’entusiasmo del lavorare coi giovani per i giovani grazie ai giovani.