Se è vero che viviamo un periodo di grande crisi perchè la possibilità di un lavoro stabile è sempre più incerta, è anche vero che esiste una paura che va oltre i tempi e le crisi del momento: la paura del lavoro.
Cosa è la paura del lavoro
La paura del lavoro è quell'emozione che spesso si cela dietro atteggiamenti di difesa a giustificazione del perchè non si trova lavoro: perchè è troppo lontano, perchè non è conciliabile con i propri impegni, perchè è poco retribuito, perchè procura troppo stress.....un'infinità di perchè per poter dire NO.
E' la paura di coloro che, alla fine, si lamentano per non essere riusciti a trovare un impiego, ma è anche la paura di chi fa ben poco per cercarlo veramente.
Un'emozione frenante e distruttiva che porta la persona ad evitare il mondo del lavoro e sè stessa.
Perchè nasce la paura del lavoro?
Come ogni paura, anche questa non è semplicemente indirizzata alla dimensione lavorativa, ma chiama in gioco tutta una serie di aspetti che al lavoro sono collegati come la stima di sè, l'impegno, la costanza,la determinazione, il rispetto delle regole e le relazioni con gli altri.
Può, così essere sufficente una carenza in uno o più di questi ambiti per portarci ad avere difficoltà ad iniziare e proseguire un lavoro: il non sentirsi bene con sè stessi porta inevitabilmente ad avee delle problematiche nell'instaurare una relazione con i colleghi, così come la difficoltà ad assumersi degli impegni non può che rivelarsi un limite di fronte a ciò che un lavoro richiede e alle sue regole implicite ed esplicite.
Cosa fare se si ha paura del lavoro?
Sicuramente la prima cosa importante è andare al di là delle giustificazioni, dei perchè "non si riesce a trovare lavoro".
Questo è, infatti, il primo passo per affrontare il problema, andando così a lavorare sugli aspetti personali che frenano verso l'impegno lavorativo, per poter vivere l'esperienza lavorativa con la consapevolezza di voler superare i propri limiti...perchè il lavoro è anche un grande strumento educativo che ci insegna a crescere prima di tutto come individui e, quindi, come persone attive nella società.