Che il vino sia un “affare” da uomini lo pensano in tanti. ma è davvero così?
Ogni cantina del Soave ha una donna che ci mette la faccia!
Lo sostiene Marta Magnabosco, della cantina di Montetondo, una delle più agguerrite e giovani donne che fanno parte dell’associazione Soavecru, nata con la volontà di promuovere i migliori vini della zona dei colli del Soave Classico e dei Colli Scaligeri. Tra i quindici produttori di Soavecru il tocco femminile è tutt’altro che un’eccezione: le donne sono protagoniste per davvero. A testimoniarlo sono produttrici come Marta, che è cresciuta lungo i filari, seguendo le orme e imparando i segreti del padre. Tra le donne del Soave c’è anche Patrizia Niero, titolare di Corte Moschina a Roncà, vicepresidente della Strada del Vino Soave che spiega il fascino e le difficoltà del suo lavoro:
Vivere il mondo del vino da donna produttrice è rendersi conto fin dal principio della vita di sacrifici che ti aspetta: poche ferie, niente orari, ma vivere il tuo territorio è la gioia più grande. Quando apro la finestra all’alba e vedo il sole sorgere sui nostri vigneti di Garganega, mi rammento di questa magia e la giornata, faticosissima, sembra più lieve.
Tra le sue colleghe c’è Teresa Bacco, della Cantina Vicentini, di Colognola ai Colli, piccola imprenditrice vitivinicola che ha il vino nel suo Dna, persino nel cognome.
La vendemmia è sempre un’avventura entusiasmante, la vivo con grande trepidazione a causa degli imprevisti dell’annata. Credo molto nel territorio che viviamo e coltiviamo, per questo siamo tra i più fervidi sostenitori di Soavecru per valorizzare il territorio storico che determina la differenza, soprattutto nella produzione finita… il Soave che ha un’anima soprattutto femminile.
A Le Mandorlare, nella culla del Soave, nei vigneti di proprietà di Brognoligo, Castelcerino, Fittà e Monteforte, le donne hanno il potere in cantina. Germana, titolare insieme al marito Renzo, ha ereditato la proprietà di famiglia. Da farmacista è passata a donna della vite e del vino, accogliendo l’eredità di nonno Giobatta. Anche Chiara, la figlia, agronomo e laureata in biotecnologia agroindustriale, è passata dal ruolo di mamma felice a quello di enologa in cantina.
Sì, perché le donne nella cantina Mandorlare fanno tutto meno che far da mangiare, per quello ci pensa nonna Clorinda!
Per Giulia Franchetto, dell’azienda Cantina Franchetto, la passione per il vino si unisce a quella per la musica: Giulia studia al conservatorio il corno francese, ma anche enologia all’Università di Verona con il professor Ferrarini, uno specialista dei vigneti del Soave e della Valpolicella.
Ogni vendemmia prego che vada tutto bene, ma anche che la Val d’Alpone, il territorio dove viviamo e lavoriamo, riesca a essere conosciuto maggiormente. Sostenendo il progetto “Adotta una Garganega”, sono convinta che sempre più gente venga a conoscere il nostro territorio vinicolo e Soavecru, un’associazione in cui crediamo veramente come biglietto da visita del nostro terroir.
E il rapporto con gli uomini?
Condividere con tanti uomini il lavoro può essere anche difficile – dice Francesca del Cero, della cantina Corte Giacobbe – soprattutto quando l’attività prosegue ininterrotta da tre generazioni. Ma sono convinta che lo spirito femminile di Soavecru possa apportare grandi miglioramenti e soprattutto spunti per un successo della Denominazione.