Mamma mia ragazzi, non scrivo da una vita. Magari qualcuno mi ha dato per dispersa e ha mandato una squadra di ricerche, per poi scoprire che in effetti non ero io ad essermi smarrita, ma l’equilibrio all’interno della mia vita.
Anzi vi dirò, mi sono resa conto che smettere di venire qui e scrivere è stato uno dei segnali che nella mia vita c’era qualcosa che non funzionava. Ma andiamo con ordine.
Tutto è iniziato ormai quasi un annetto fa, non stavo benissimo con me stessa e cercando le cause del mio malessere ho iniziato ad ascoltare una vocina dentro di me (che mi sono poi resa conto essere lì da ben più tempo): quella vocina mi diceva di guardarmi attorno e accorgermi di quanto fossi fuori posto, un’estranea a casa mia. Non ho mai abitato volentieri nella città in cui ho invece vissuto per quasi 15 anni, mi sono sempre sentita come di passaggio, consapevole che non sarebbe stato per sempre. E il tempo ha iniziato a scadere, e il mio già debole legame con questa città si è assottigliato a tal punto da spezzarsi, lasciando nient’altro che una casa dove non mi sentivo più a casa e un forte senso di solitudine. Non voglio suonare patetica e fare quella che si piange addosso (perché di lacrime credetemi ne ho giá versate a sufficienza), ma sono stati mesi difficili in cui ho dovuto imparare ad accettare e ascoltare quello che la mia mente e il mio cuore mi stavano gridando: prepara le valigie Betty, ce ne andiamo di qui.
E così lascio questa città, e con essa lascio il mio lavoro, un lavoro che per molto tempo ho amato alla follia ma a cui non posso più dare me stessa perchè vorrebbe dire rimanere legata a ciò da cui voglio andarmene. È un “non sei tu, sono io”, come nelle migliori storie d’amore che finiscono perchè ci si è amati troppo e poi ad un certo punto uno dei due non sa più amare come prima.
Sono più che consapevole che in un momento come questo quello che sto facendo è un passo stupido, ma è con ogni probabilità la decisione più coraggiosa che io abbia mai preso, forse la prima con cui dimostro a me stessa di volermi bene. Le conseguenze sono tante: devo vendere una casa, trovarne un’altra non so ancora dove, decidere cosa fare della mia vita, trovare un nuovo lavoro… insomma tutte cose terribili, da bollino rosso in autostrada durante l’esodo di ferragosto, da massima allerta meteo, da stato di calamità naturale… ma sono pronta, è ora o mai più.
Tutti mi chiedono con insistenza cosa farò (dai ammettetelo, questa domanda ce l’avevate pronta anche voi) e la risposta è: non lo so. Ho tante idee, confuse per lo più, e sto iniziando solo ora a cercare di capire da che parte (ri)cominciare. Intanto però sul breve periodo una certezza ce l’ho: domani me ne vado a Parigi per una decina di giorni – mi faceva piacere resettare tutto partendo da una città dove non sono mai stata, da una città a cui non è legato ancora nessun ricordo (sono appena stata a Londra per qualche giorno ed è stato un magone dietro l’altro…) e non vedo l’ora di farmi ispirare dall’atmosfera parigina. Anzi già che sono qui a raccontarvi come vanno le cose ne approfitto per chiedervi qualche consiglio: se avete un luogo del cuore in questa città, o pensate che proprio non possa perdermi questa o quella cosa, se conoscete qualcuno con cui dovrei assolutamente prendere un caffè e fare quattro chiacchiere, lasciatemi un commento o scrivetemi un’email a bettycominotti[at]gmail[dot]com – al solo pensiero del vostro aiuto mi sento già una persona più felice.