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Quando le SS cercavano le porte dell’Aldilà

Creato il 13 marzo 2014 da Mcnab75
La Porta dell'Inferno (Auguste Rodin)

La Porta dell’Inferno (Auguste Rodin)

Tutti gli storici parlano dell’ossessione delle SS per la ricerca delle “radici ancestrali del popolo ariano”. Ricerca che si traduceva in innumerevoli spedizioni in luoghi remoti del modo, spesso inseguendo chimere, leggende alchemiche, miti antichi come il mondo e bizzarrie esoteriche.
Tra i tanti reparti delle SS e dell’Ahnenerbe ce n’è uno di cui si parla pochissimo, ma che è perfetto per gli intenti che mi propongo in questo post (tratto da un mio mini-saggio, che prima o poi rimetterò a disposizione). Si tratta del SS-Wehrgeologen Bataillon 500, costituito in gran parte da geologi incaricati di lavorare al di fuori dai confini teutonici.
Nato nel ’41, il battaglione ebbe però i primi incarichi operativi nel ’43, quando fu spedito dapprima in Italia, a Reggio Emilia, e poi in Francia per controllare le fortificazioni delle linee difensive pronte ad assorbire, almeno negli intenti, l’impatto con le armate degli Alleati. Proprio in Italia al Bataillon 500 vennero aggregati duecento miliziani fascisti e cinque ufficiali, in qualità di unità di fanteria. In tal modo il battaglione arrivò a comprendere oltre seicento uomini, non limitandosi più ai soli membri scientifici arruolati nel ’41.

Nella primavera del ’45, quando le cose in Germania stavano ormai precipitando, il SS-Wehrgeologen Bataillon 500 era dislocato in Trentino al comando di Rolf Hohne, Obersturmbanfuhrer molto amato da Himmler per aver ritrovato la tomba di Enrico l’Uccellatore, il re sassone di cui il capo supremo delle SS credeva di essere la reincarnazione.
In quei mesi i compiti del battaglione erano quelli di cercare nuove risorse naturali: acqua, oro, metalli preziosi. Una missione a lungo termine che li aveva portati molto a est, sui Carpazi, tra vecchi scavi archeologici, miniere abbandonate e grotte naturali. Con l’avanzata dell’Armata Rossa Hohne non aveva potuto far altro che ripiegare alla base, in Trentino, dove un’ultima, disperata missione attendeva i suoi uomini.

Una galleria della Kleine Berlin, nel sottosuolo di Trieste.

Una galleria della Kleine Berlin, nel sottosuolo di Trieste.

Già negli anni precedenti il plotone Stollenbau Kp, un’unità speciale del Bataillon 500, aveva contribuito alla costruzione della Kleine Berlin, la piccola Berlino. Si trattava di un rifugio antiaereo costruito nei sotterranei di Trieste, dove le locali truppe tedesche poteva trovare riparo durante le incursioni nemiche. Ma evidentemente la partecipazione dello Stollenbau Kp ai lavori di scavo aveva anche un altro motivo, una missione lasciata in sospeso e ripresa nella primavera del ’45.
Seguendo gli studi del professor Wilhelm Teudt, uno degli occultisti dell’Ahnenerbe, Hohne era stato incaricato di trovare una fantomatica “porta per l’Aldilà”, situata proprio nel sottosuolo di Trieste. Non solo, le ricerche di un altro studioso, Josef Heinsch, individuavano la città friulana come una di quelle attraversate dalle Heilige-linien, le linee di potere che formerebbero il sistema circolatorio del pianeta Terra.
Non si sa nulla riguardo all’esito di questa ultima missione del SS-Wehrgeologen Bataillon 500, anche se è facile ipotizzare un nulla di fatto, seguito da una fuga precipitosa poco prima dell’arrivo delle truppe jugoslave, interessate a liberare e occupare la città.

Uniforme dell'Ahnenerbe (particolare).

Uniforme dell’Ahnenerbe (particolare).

I documenti che attestano l’operato del Bataillon tra il ’41 e il ’43 dimostrano quanto esso fu effettivamente incaricato di effettuare esplorazioni bizzarre e dal forte significato mistico.
Secondo alcuni ordini diretti ricevuti da Hitler e Himmler in persona, il 500 visitò innumerevoli grotte, miniere e caverne in Svizzera, Italia, Croazia, Romania, Bulgaria e Grecia. La loro missione primaria era quella di trovare nuove vene di metalli preziosi, ma gli ordini parlavano anche chiaramente di cercare gli ingressi per mondi ritenuti sotterranei e ancestrali, come Agharti e Shamballah.
I risultati, in questo senso, furono risibili. Tuttavia qualcosa c’è. Per esempio un resoconto che parla di lunghissime gallerie naturali in Slesia e Boemia, tunnel illuminati da strani licheni fluorescenti, in grado di condurre chi li attraversa fino alla gelida Siberia. Peccato che nessuno badò ai rapporti del Bataillon 500, classificati come una piccola parte delle tante assurde fissazioni esoteriche delle SS. Tanto che, almeno per quel che ci è dato sapere, i misteriosi cunicoli sotterranei non vennero più cercati.

Il Bataillon 500 in

Il Bataillon 500 in “Hellising: the Dawn”.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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