In Sicilia, a Cipro, a Creta, nelle terre arabe della Spagna già si coltivava quella pianta che cresceva fino a quattro, cinque metri di altezza. In Oriente la chiamavano sakkara.
Era arrivata nel Mediterraneo grazie ai navigli veneziani e genevosi, ai loro commerci con i credenti della religione di Maometto. I musulmani l'avevano piantata attorno a Granada. Gli arabi amavano quel succo dolce che rendeva un piacere mangiare e bere.
Colombo aveva assaggiato lo zucchero. Ebbe uno dei suoi istinti improvvisi e ordinò che quella canna che si moltiplicava con facilità fosse stivata fra le sue merci personali.
Era un genio inconsapevole, l'Ammiraglio: le isole del caldo soffocante erano terre perfette per coltivare canna.
Ma Colombo fu stupido: pensò più all'oro che allo zucchero. E sbagliò. Sarà l'"oro dolce" e non il metallo giallo a scrivere la storia dell'isola lontana dal mare.
(da Andrea Semplici, L'isola lontana dal mare, Terre di Mezzo editore)