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Quando mamma ti sgozza... le donne serial killer.

Creato il 27 maggio 2011 da Tizianogb

I serial killere le quote rosa!

Quando mamma ti sgozza... le donne serial killer.

Aileen Wournos, la più famosa serial killer moderna


Se il rosa è in realtà un rosso sangue scolorito dai troppi lavaggi...
Erzsebet Bathory, una contessa ungherese vissuta a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, è stata condannata alla reclusione a vita nel suo castello perché giudicata colpevole della morte di 650 ragazze, fanciulla più fanciulla meno... pur non essendo un esperto di guinness dei primati, 650 mi pare un numero sufficientemente alto per entrarne a far parte, o sbaglio? Si potrebbe organizzare una messa nera, riportare in vita il cadavere di Mike Bongiorno - ovunque si trovi - e produrre seduta stante una puntata speciale dello Show dei record defunti... il vecchio Mike lo presenterebbe da Dio...
 Un biopic sulla vita della contessa Bathory
La discriminazione sessuale e l'arte di ammazzare la gente.
Il fatto che, ogni volta che si parla di serial killer, il primo nome a venire in mente (nove volte su dieci) è quello di Jack lo squartatore - mentre quelli a seguire vengono di solito presi a caso tra Ed Gein, Charles Manson e compagnia bella - la dice lunga su quanto le donne vengano tenute in considerazione in questa nostra società moderna, cosiddetta "delle pari opportunità"...  La figura femminile nell'ambito dell'omicidio seriale ha bisogno, a mio avviso, di una sostanziale rivalutazione.

Quando mamma ti sgozza... le donne serial killer.

La serial killer Leonarda Cianciulli univa l'utile al dilettevole: dai cadaveri delle sue vittime ricavava saponette profumate al cipresso.


Il tocco femminile della morte.
In genere, i serial killer donna usano tecniche meno cruente e dolorose, per le vittime, rispetto ai colleghi maschietti. Gli schizzi di sangue imbrattano i divani e sporcano dappertutto, sono difficili da eliminare anche con lo smacchiatore:  quindi perchè darsi tanta pena per bucherellare a morte una persona, quando invece basta un po' di veleno per topi nel caffelatte?
Il trailer di "Monster", con l'interpretazione straordinaria di Charlize Theron, premiata con l'oscar
Naturalmente, anche in questo caso ci sono le eccezioni: la Bathory faceva torturare le ragazze dai suoi servi, prima di sgozzarle per farsi la doccia col loro sangue; a volte era lei stessa ad assumersi questo piacevole compito. Nita Vale, una serial killer americana, torturava, seviziava e mutilava le sue vittime, prima di ammazzarle definitivamente; mentre Aileen Wourmos - dalla cui storia è stato tratto un bellissimo film "Monster", con protagonista un'irriconoscibile Charlize Theron (da brividi) - sparava meglio di Buffalo Bill, quando si trattava di ammazzar cristiani...
La classifica: Top ten serial killer femminili
1) Erzsebeth Bathory
2) Aileen Wournos
3) Nita Vale
4) Timea Faludi
5) Leonarda Cianciulli
6) Dorothea Montalvo Puente
7) Virginia Rearden
8) Martha Needle
9) Margarita Sanchez
10) Linda Burfield Hazzard



Lucertole (sesta e ultima parte)Un racconto malato


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...Jakie il bello non parve apprezzare troppo la battuta. Si limitò a guardarlo ottusamente e con intensità,  come tutte le persone che si ritengono al di sopra della merda di almeno un metro e mezzo, e con quel tanto di disgusto che gli serviva per sentirsi un superuomo o chi sa ché. Il solito trucchetto degli imbecilli  a cui mancava completamente il senso dell’ironia. 
“ Due ore più altre due fanno solo quattro ore. “ Asserì pacifico Adam.
“ Cazzo, ma tu sei proprio un genio dei miei coglioni! … Due più due fa quattro…addirittura!"“ Dovresti essere di ritorno prima che Salvatore o chiunque altro si insospettisca.”
Il solo sentir pronunciare il nome di suo zio,  fece impallidire l’italiano come un lenzuolo pulito ed ebbe il potere di togliergli la parola, anche se solo per due secondi. L’iniziativa sembrò ritornargli d’incanto: si alzò da terra così in fretta che un calcio ben piazzato in mezzo al culo non sarebbe riuscito ad ottenere lo stesso risultato. Andò dritto verso la porta.
“ E va bene, - si decise, - vado a casa. Lì dovrei trovare qualcosa… “
Tutto a un tratto, l’idea di farsi quattro ore di macchina non gli sembrava più così stupida. “ Tu rimani qui e tieni la situazione sotto controllo.”
Adam si portò la mano a taglio sulla fronte.
“ Agli ordini!”
L’italiano uscì senza salutarlo ne dire altro e così si ritrovarono soli lui e il cinese per l’ennesima volta. Adam guardò la sua testa appoggiata sopra la pancia e i suoi occhietti vacui, uno aperto completamente e l’altro mezzo sbarrato. Il cinese lo fissò a sua volta. Pareva di cera.
“ Lo sai, hai proprio un aspetto di merda amico...”
Uscì pure lui dalla cantina e l’aria calda della notte gli carezzò il volto e la pelata lucida, rasata di fresco. La Mercedes di Jakie il bello era sparita insieme al suo simpatico proprietario ed ora il vicolo era vuoto, silenzioso e pieno di cartacce, bottiglie di plastica e preservativi usati, lasciati per terra come vermi schiacciati. Adam si sedette sulla sua solita cassa dell’acqua e pensò al da farsi.
La prima fermata del tram era a qualche chilometro da lì, due ore a piedi o forse qualcosina in più. Era una bella sfacchinata, soprattutto dopo la faticaccia con occhi a mandorla, ma in ogni caso prima delle sei non sarebbe passato nessun dannato tram e così poteva anche prendersela comoda, godersi il silenzio della notte a Milano come un fottutissimo turista qualsiasi. Avrebbe potuto chiamare un taxi, se solo non si fosse dimenticato il telefonino sulla macchina dell’italiano... e in ogni caso, che importava?  Fanculo al taxi e fanculo anche al cellulare... se la sarebbe fatta a piedi. Prima, però, rimaneva da fare ancora una cosa.Adam rientrò nello scantinato chiudendosi la porta alle spalle, mise la mano nella tasca destra dei calzoni e il tappo era lì, dov’era sempre stato da che ce l’aveva messo lui,  mentre Jakie il bello badava bene a guardarsi la punta delle dita e  a fischiettare come un idiota melodie napoletane. Lo rimise al suo posto, ficcandolo nel buco rotondo e incrostato. Poi svuotò il contenuto dele taniche dentro la vasca, trattenendo il fiato.
Prima di uscire, sfilò la chiave dalla toppa e la infilò dall’altra parte,  verso l’esterno. Chiuse la porta con due giri secchi, sfilò la chiave e la fece scivolare dentro il collo di una delle bottiglie posate contro il muro, a fare compagnia a una lucertola che pareva un cucciolo di coccodrillo, una lucertola stupida e mezza morta,  a cui nessuno aveva mai spiegato che in tutte le cose di quel dannato mondo era sempre più facile entrare che uscire.  
 FINE
 Racconto depositato S.I.A.E. sezione O.l.a.f.Spedito all’autore con R.R.R. sigillataApposizione data certa tramite Poste Italiane

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