Lo trovo un segno silenzioso ma eclatante di apprezzamento. Come se mi dicessero: «Brava! Mi piace così tanto quello che hai fatto che ora te lo copio e lo faccio anch’io!»
Certo, mi piacerebbe un bel complimento diretto, però anche questo indiretto non mi dispiace.
Peccato che il risultato sia quasi sempre come quelle brutte copie alle quali, si sa, manca la parte invisibile ed essenziale: il ragionamento, la dedizione, la preparazione.
Quello che invece fa colui che copia è interpretare la parte superficiale di una buona idea e il risultato è debole, senza le gambe.
Poi ci sono quelle volte in cui la mia idea è stata copiata e poi migliorata. E io la osservo e ne gioisco e penso: ecco cosa le mancava! E in questo caso sono io che ringrazio (a volte silenziosamente, a volte con impertinenza mi rivolgo a chi mi ha copiato e dico «Grazie per averla copiata e migliorata! Ora è anche tua!»)
E sto già pensando a un’altra idea, con quell’entusiasmo tipico (che manca a chi copia le idee) di chi sa che avrà sempre un’altra nuova, ancora da copiare, ancora da migliorare.
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