“QUANDO NASCE UN BAMBINO. Il momento della poppata.”

Da Thewomoms2013

Dopo aver parlato delle generalità dell’allattamento al seno, ed aver illustrato i benefici che la mamma riceve da questa magica esperienza, oggi illustrerò il momento della poppata, cercando di aiutare tutte le neo-mamme a gestire con serenità i pasti dei loro piccoli.

La distribuzione delle poppate nel corso della giornata varia da bambino a bambino, senza regole fisse. Inizialmente la maggior parte dei neonati allattati al seno richiede circa 8-12 poppate nelle 24 ore, poi, quando dopo i primi giorni la produzione di latte si è stabilizzata, è conveniente rispettare intervalli di almeno 2-3 ore fra un pasto e l’altro.
È preferibile allattare a richiesta, cioè ogni qual volta il bimbo dimostra di aver fame (aprendo la bocca e sporgendo la lingua, o succhiandosi una mano), mentre i bambini più pigri che succhiano con minor energia andranno allattati ad orari fissi, garantendo in tal modo la copertura del fabbisogno nutrizionale.
La quantità di latte che il bambino richiede è molto variabile, anche tra una poppata e l’altra, e dipende soprattutto dal suo peso e dalla sua età.
L’allattamento a richiesta, oltre a soddisfare il bisogno di nutrimento, favorisce una relazione mamma-bambino basata sulla fiducia che accresce la vita emotiva del neonato.

La poppata può avere una durata variabile, da pochi minuti a circa mezz’ora, ed è più lunga nei primi giorni di vita; una poppata breve non sarà necessariamente inadeguata a ricoprire i fabbisogni nutrizionali del neonato se il flusso del latte è rapido ed abbondante.
La mamma deve accomodarsi in un posto tranquillo, dove possa rilassarsi e trovare la posizione più adatta per lei ed il suo piccino. Affinché il neonato possa succhiare in modo sufficiente e con uno sforzo minimo è importante che sia attaccato al seno correttamente; una volta trovata una posizione comoda la mamma deve avvicinare il neonato al seno senza forzarlo ed aspettare che apra la bocca come per sbadigliare o sporga la lingua.
Ecco alcuni consigli per valutare se il bambino è attaccato correttamente:
– Il neonato va portato al seno e la madre non deve abbassare il busto sopra di lui.
– la bocca del piccolo dev’essere ben aperta e prendere non soltanto il capezzolo ma anche parte dell’areola.
– il mento ed il naso del neonato devono toccare il seno.
– le suzioni inizialmente sono più rapide per poi diventare lente e profonde, poiché dapprima il latte esce veloce e molto liquido.
– le guance del piccolo devono essere piene e senza fossette.
– il neonato deve deglutire e non fare “schiocchi”, segno di suzioni a vuoto.
– la mammella può essere sostenuta con la mano aperta a “C”, ovvero con le dita lunghe, il palmo adagiato sotto ed il pollice adagiato sopra di essa.
– le narici del neonato devono essere libere, altrimenti prima della poppata va usata l’apposita soluzione fisiologica per permettergli di respirare bene.

Non esiste la posizione ideale per allattare il bimbo ed ogni mamma può utilizzare quella che ritiene più comoda; è consigliabile cambiare la posizione durante la poppata per evitare di stimolare sempre la stessa zona del capezzolo provocando irritazioni, e per consentire lo svuotamento di tutti i dotti mammari.
Alcune donne preferiscono allattare sedute con il bambino in braccio, facendo eventualmente ricorso ad un cuscino per portare il piccino all’altezza giusta. Altre donne invece preferiscono allattare da sdraiate con il bambino di fianco, soprattutto se sono stanche o hanno subito il taglio cesareo. Ancora, le donne predisposte all’ingorgo mammario o in caso di parto gemellare assumono la posizione detta a rugby, sostenendo il corpo del neonato con l’avambraccio all’altezza della ascella ed il suo capo con la mano in modo che si trovi perfettamente all’altezza della mammella.

Per evitare la comparsa di irritazioni o ragadi è buona abitudine massaggiare il seno per qualche minuto prima della poppata, lavandosi le mani per prevenire la comparsa di un’infezione fungina, il Mughetto, causate da Candida Albicans.
Il seno non richiede invece un’igiene particolare in quanto le secrezioni delle ghiandole del Montgomery garantisco la giusta protezione e la necessaria lubrificazione.
Prima della poppata si può detergere il seno con acqua tiepida su garza sterile o con salviette specifiche per l’allattamento, prive di tensioattivi e di profumi; dopo la poppata il seno va sciacquato con acqua tiepida senza sapone, lasciandolo possibilmente asciugare all’aria. In caso di perdite di latte vanno utilizzate le apposite coppette assorbilatte, e per prevenire la comparsa delle ragadi è utile detergere il capezzolo e l’areola con qualche goccia del proprio latte, date le sue proprietà sterilizzanti, idratanti e cicatrizzanti.

La mamma che allatta al seno deve condurre una vita sana e tranquilla, dormire a sufficienza ed essere certa di poter allattare il figlio per tutto il tempo necessario; traumi psichici, stress eccessivi ed emozioni violente possono diminuire o interrompere la secrezione di latte.
Non esiste un momento preciso per smettere di allattare, infatti l’allattamento al seno può proseguire anche dopo lo svezzamento, ovviamente integrando l’alimentazione del piccolo con una dieta semi solida adatta all’età.

Valutare se la quantità di latte assunta dal piccolo durante l’allattamento esclusivo al seno non è facile ma non impossibile. Se il bambino urina tanto da bagnare circa 6 pannolini al giorno, se evacua feci liquide/semiliquide circa 3 volte al giorno per le prime tre settimane di vita ed in seguito almeno una volta ogni 3-4 giorni, e dimostra di essere sereno e soddisfatto non c’è da preoccuparsi.
Inoltre la mamma deve controllare ogni settimana la crescita del suo bambino (circa 125-200g di incremento settimanali per le prime settimane di vita), ricordando che la crescita di un neonato allattato al seno è meno rapida rispetto a quella di un bambino allattato con latte artificiale, ma sicuramente più regolare e dunque fisiologico.

Dottoressa Ylenia Maisto

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