Come alcuni di voi sapranno, la Commissione Europea è impegnata a discutere la direttiva sulla gestione delle scorie nucleari. Greenpeace si è sentita in dovere di ‘fare la sua parte‘, ovviamente. Gli attivisti, di cui, voglio ricordarlo, generalmente apprezzo e approvo le iniziative, si sono presentati dinanzi al Parlamento Europeo portando due container di rifiuti radioattivi. Questi ultimi provengono da aree la cui contaminazione non è mistero, vale a dire Sellafield (Regno Unito), il fondo marino di La Hague (Francia), le sponde del fiume Molse Nete in Belgio e il villaggio minerario di Akokan in Niger. Situazioni conosciute insomma. Magari non da tutti, ma certamente di dominio pubblico. Il fatto che si voglia adoperare questi fatti come leva per far pressione sulla Commissione mentre questa è impegnata a discutere una direttiva mi pare però un po’ oltre il limite.. no?
Senza entrare troppo nel merito di una direttiva comunitaria, dei suoi aspetti ancora in via di formazione e, di conseguenza, tutti da recepire, vorrei fare una riflessione. Si tratta, nei 3 casi europei, di situazioni venutesi a creare allorché il quadro normativo era assai differente da oggi e sapete perché? Perché le informazioni erano diverse, le tecnologie erano diverse, anche gli uomini erano diversi. Oggi è tutto cambiato: le tecnologie in uso non sono in grado di produrre simili contaminazioni, né è permesso farlo o percepito come permissibile in quanto non nocivo per la salute. Ecco perché dico spesso che la tecnologia nucleare è la più controllata del mondo: perchè effettivamente è così. Per usare una metafora: è come se uno mangiasse una minestra costantemente sotto schiaffo e con l’obbligo di non versarne una goccia. Fuor di metafora, non comprendo perché, ai fini di una lotta (che io ritengo sbagliata nel merito), si debba andare a rimestare fra cose vecchie anche di 50 anni. Dico, non si possono trovare argomenti attuali? E magari anche concludenti?
Forse no, e sapete perché? Perché non c’è molto da trovare, anzi. Al limite qualche limatura da fare qui e là, ma le possibili vere criticità sono state risolte da decenni. Potrei capire, se proteste di questo tipo le inscenasse un ambientalista anziano, rimasto fuori dal mondo per tutti quei decenni. Ma che lo facciano ambientalisti moderni, giovani e in grado di essere informati davvero su quello che di vero c’è da sapere.. questo lo trovo inaccettabile. E mi meraviglio di loro, che non fanno onore alle tante altre campagne meritevoli e giuste che fanno nel mondo.
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