Storie di terribile e cruda umanità alle volte scuotono le coscienze del mondo, ma solo per brevissimi periodi.
Terminata l'eco dell'informazione globale, quelle stesse storie diventano oggettini da collocare in pietosi e polverosi dimenticatoi.
La storia che fa vibrare e fare incubi alle coscienze è quella dei 33minatori imprigionati dallo scorso 5 agosto a 700 metri di profondità, in quel del deserto dell'Acatama.
Incubi che loro, in primo luogo, cercano di scacciare con ogni mezzo.
Provano ad allontanarli dalle vite dei loro cari, tranquillizzandoli e mostrandosi pieni di polvere e speranza.
Sempre così, colmi di futuro più radioso di tutti quei cunicoli bui che li ospitano, da troppo tempo a questa parte.
Si diceva che sarebbero usciti solamente vicino a Natale, si diceva che avrebbero dovuto chiamare psicologi ed assistenti medici per instaurare con loro un continuo dialogo di sostegno ed aiuto.
Deve essere umanamente impossibile permanere per troppo tempo in quelle condizioni.
Tuttavia, credo che in questi fatti persone come i minatori acquistino capacità quasi eroiche.
Per troppi motivi possibili e scrivibili, larga parte dei quali dovuti a questo lavoro infinitamente usurante.
E' impossibile sopravvivere, eppure loro ce la stanno facendo.
Stanno giocando la loro partita di vita, in quell'orrendo e caldo inferno.
Da poco è giunta, finalmente, una buona notizia a consolare questi eroi: a quanto pare, infatti, una delle due perforatrici è quasi arrivata allo scoglio dei fatidici 700metri.
Ad ora la perforatrice T-130 è infatti giunta alla profondità di 630 metri, proprio nei giorni della commemorazione per il bicentenario del Paese.
I lavori procedono per il meglio, al quanto pare.
Si sarebbe, addirittura, molto in anticipo sulla tabella di marcia.
Lo conferma il Ministro delle Risorse Minerarie Laurence Golborne:
"Siamo riusciti ad arrivare, con molta precauzione, nell'officina vicina al rifugio dove si trovano i minatori.
Ora dovremo cambiare e montare i martelli della trivella che hanno cinque grosse 'teste' per poter perforare: quindi inizierà il vero e proprio procedimento per allargare il tunnel, fatto che impiegherà diverse settimane. [...]
Stiamo avanzando un po' meglio della tabella di marcia prevista, forse riusciremo a finire a novembre."
Pian piano si va avanti.
Si procede con molta calma per svariati motivi; si potrebbe, in fase di lavorazione, incrementare la velocità di rotazione della perforatrice incorrendo in cedimenti strutturali pericolosi da parte del terreno sovrastante, oltrechè andare ad occludere nuovamente quello spiraglio di speranza che va emergendo in questi momenti.
Nonostante tutte le previsioni iniziali, farli uscire con un mese di anticipo si prefigura come un enorme successo ingegneristico ed operativo.
La perforatrice attualmente in opera, la T-130 appunto, sta agendo alla notevole velocità di traslazione di circa 18 metri all'ora.
E' un dato significativo, in quanto indica che mediamente mancherebbe davvero poco a completare quei fatidici ed ultimi 70metri.
Le altre due perforatrici entrebbero, al quanto sembra, in opera seguendo altre date.
La più vicina partenza è programmata per il 20 settembre prossimo venturo.
I coinvolti nelle procedure di salvataggio, in questi giorni di festa, si mostrano più che mai coinvolti ed al contempo affascinati dal percorso che stanno compiendo:
"Siamo soliti fare perforazioni per estrarre cose come petrolio, gas, acqua e minerali. [...]
Perforare per salvare delle vite umane è un compito del tutto diverso, molto più importante di qualsiasi altra cosa fatta finora nel corso della nostra carriera."
E' questa l'opinione di Brandon Fisher, uno degli uomini impiegati nelle operazioni di salvataggio.
Ad ora, scavato il tunnel, inizierà l'operazione più difficile.
Terminata la fase di foratura inizierà, infatti, l'operazione di alesatura od adeguamento del foro fatto a diametri più consoni per permettere ai minatori di uscire.
Il diametro attuale del buco è, infatti, di soli 30 centimetri.
Tutto ciò va a complicare ulteriormente le procedure, in quanto si dovranno raggiungere indici dimensionali prossimi ai 70 centimentri.
Più del doppio, quindi.
Si dovranno usare punte specifiche per la nuova foratura, per impedire in primo luogo ai detriti accumulati di occludere nuovamente il collegamento ristabilito con l'esterno.
Dovranno essere impiegati anche i minatori stessi, in operazioni di rimozione e spostamento dei detriti che arriveranno all'interno di quella angusta prigione.
Raggiunto il fatidico indice di 70 centimetri, potranno riuscire ad uscire con l'aiuto di una campana di sollevamento comandata dall'esterno.
Oltre tutto ciò, ad ora, anche loro festeggiano la Festa della Liberazione.
Mangiando asado ed empanadas, calati dall'esterno.
In una prigione, dalla quale spero usciranno presto per tornare a rivedere le stelle.
In stile perfettamente dantesco, si intende.
Magazine Attualità
...quando, prima o poi, torneranno a riveder le stelle
Creato il 18 settembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
Storie di terribile e cruda umanità alle volte scuotono le coscienze del mondo, ma solo per brevissimi periodi.
Terminata l'eco dell'informazione globale, quelle stesse storie diventano oggettini da collocare in pietosi e polverosi dimenticatoi.
La storia che fa vibrare e fare incubi alle coscienze è quella dei 33minatori imprigionati dallo scorso 5 agosto a 700 metri di profondità, in quel del deserto dell'Acatama.
Incubi che loro, in primo luogo, cercano di scacciare con ogni mezzo.
Provano ad allontanarli dalle vite dei loro cari, tranquillizzandoli e mostrandosi pieni di polvere e speranza.
Sempre così, colmi di futuro più radioso di tutti quei cunicoli bui che li ospitano, da troppo tempo a questa parte.
Si diceva che sarebbero usciti solamente vicino a Natale, si diceva che avrebbero dovuto chiamare psicologi ed assistenti medici per instaurare con loro un continuo dialogo di sostegno ed aiuto.
Deve essere umanamente impossibile permanere per troppo tempo in quelle condizioni.
Tuttavia, credo che in questi fatti persone come i minatori acquistino capacità quasi eroiche.
Per troppi motivi possibili e scrivibili, larga parte dei quali dovuti a questo lavoro infinitamente usurante.
E' impossibile sopravvivere, eppure loro ce la stanno facendo.
Stanno giocando la loro partita di vita, in quell'orrendo e caldo inferno.
Da poco è giunta, finalmente, una buona notizia a consolare questi eroi: a quanto pare, infatti, una delle due perforatrici è quasi arrivata allo scoglio dei fatidici 700metri.
Ad ora la perforatrice T-130 è infatti giunta alla profondità di 630 metri, proprio nei giorni della commemorazione per il bicentenario del Paese.
I lavori procedono per il meglio, al quanto pare.
Si sarebbe, addirittura, molto in anticipo sulla tabella di marcia.
Lo conferma il Ministro delle Risorse Minerarie Laurence Golborne:
"Siamo riusciti ad arrivare, con molta precauzione, nell'officina vicina al rifugio dove si trovano i minatori.
Ora dovremo cambiare e montare i martelli della trivella che hanno cinque grosse 'teste' per poter perforare: quindi inizierà il vero e proprio procedimento per allargare il tunnel, fatto che impiegherà diverse settimane. [...]
Stiamo avanzando un po' meglio della tabella di marcia prevista, forse riusciremo a finire a novembre."
Pian piano si va avanti.
Si procede con molta calma per svariati motivi; si potrebbe, in fase di lavorazione, incrementare la velocità di rotazione della perforatrice incorrendo in cedimenti strutturali pericolosi da parte del terreno sovrastante, oltrechè andare ad occludere nuovamente quello spiraglio di speranza che va emergendo in questi momenti.
Nonostante tutte le previsioni iniziali, farli uscire con un mese di anticipo si prefigura come un enorme successo ingegneristico ed operativo.
La perforatrice attualmente in opera, la T-130 appunto, sta agendo alla notevole velocità di traslazione di circa 18 metri all'ora.
E' un dato significativo, in quanto indica che mediamente mancherebbe davvero poco a completare quei fatidici ed ultimi 70metri.
Le altre due perforatrici entrebbero, al quanto sembra, in opera seguendo altre date.
La più vicina partenza è programmata per il 20 settembre prossimo venturo.
I coinvolti nelle procedure di salvataggio, in questi giorni di festa, si mostrano più che mai coinvolti ed al contempo affascinati dal percorso che stanno compiendo:
"Siamo soliti fare perforazioni per estrarre cose come petrolio, gas, acqua e minerali. [...]
Perforare per salvare delle vite umane è un compito del tutto diverso, molto più importante di qualsiasi altra cosa fatta finora nel corso della nostra carriera."
E' questa l'opinione di Brandon Fisher, uno degli uomini impiegati nelle operazioni di salvataggio.
Ad ora, scavato il tunnel, inizierà l'operazione più difficile.
Terminata la fase di foratura inizierà, infatti, l'operazione di alesatura od adeguamento del foro fatto a diametri più consoni per permettere ai minatori di uscire.
Il diametro attuale del buco è, infatti, di soli 30 centimetri.
Tutto ciò va a complicare ulteriormente le procedure, in quanto si dovranno raggiungere indici dimensionali prossimi ai 70 centimentri.
Più del doppio, quindi.
Si dovranno usare punte specifiche per la nuova foratura, per impedire in primo luogo ai detriti accumulati di occludere nuovamente il collegamento ristabilito con l'esterno.
Dovranno essere impiegati anche i minatori stessi, in operazioni di rimozione e spostamento dei detriti che arriveranno all'interno di quella angusta prigione.
Raggiunto il fatidico indice di 70 centimetri, potranno riuscire ad uscire con l'aiuto di una campana di sollevamento comandata dall'esterno.
Oltre tutto ciò, ad ora, anche loro festeggiano la Festa della Liberazione.
Mangiando asado ed empanadas, calati dall'esterno.
In una prigione, dalla quale spero usciranno presto per tornare a rivedere le stelle.
In stile perfettamente dantesco, si intende.
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