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Quando pronunciamo la parola "casa"

Da Tiziana50mq
Quando pronunciamo la parola "casa", solitamente, tendiamo ad associarla a sensazioni rassicuranti: un bagno caldo e rilassante, una bella porzione del nostro piatto preferito, la tranquillità del poter fare quello che vogliamo e di non fare quello che non vogliamo.
Ma tutto questo benessere ha sempre un prezzo, e anche un nome, si chiama Contratto.
C'è il contratto d'affitto, che ti permette di avere la casa, poi quello dell'acqua, così puoi lavarti, poi quello del gas, così puoi anche cucinare, e quello della luce, della spazzatura, del telefono e chi più ne ha più ne metta.. anzi, chi più ne vuole più ne faccia! Tanto non bisogna neanche cercarli perchè sono loro che trovano te.
Squilla il telefono? è sicuramente Sky che tenta di rifilarti il pacchetto calcio.
Suonano alla porta? è sicuramente quello della Folletto che tenta di rifilarti un aspirapolvere, ma questo non c'entra..
Suonano ancora alla porta? apri conciata come una colf: mollettone tra i capelli, tutina macchiata e un elegantissimo paio di guanti Marigold a proteggere le tue delicate manine che impugnano uno scopettone per lavare il pavimento. Ti ritrovi davanti un omino Wind che ti guarda sorridente e ti chiede: "C'è la mamma?". Ti trattieni dal picchiarlo con lo scopettone.
Poi capita che suonano alla porta ed è un omino Enel, e ti fa piacere, un po' perchè ti chiama Signora, e un po' perchè il precedente inquilino, ha avuto la simpatica idea di andarsene senza chiudere il contratto con il SUO gestore di fornitura di energia elettrica.
Mi spiego meglio.
Per via del libero mercato, se il precedente inquilino se ne va senza chiudere il contratto (e senza avere intenzione di farlo), tu, sfortunato nuovo inquilino, devi prima diventare cliente del gestore del precedente inquilino, e poi, successivamente, puoi sceglierti il gestore che preferisci.
Tenersi il gestore dell'altro inquilino e basta no-o? Direte voi..
No, diremo noi, che abbiamo abbracciato l'omino Enel dicendo: "Ti prego riprendici con te! ti vogliamo bene!".
Tra una bussata di porta di qua e una telefonata di là, le nostre giornate estive trascorrono tranquille, senza impegni e senza vacanza, perchè certe volte devi scegliere, o fai il trasloco, o fai la vacanza, tutt'e due no perchè ti spari le pose*.
Poi la mia mamma mi propone di passare 3 giorni al mare con lei, e io veloce come un lampo prenoto albergo e traghetto, mentre l'Amato consorte cerca nell'armadio la canottiera macchiata di sugo.
Che è successo stavolta? Si chiederà qualcuno..
E infatti, puntuale come un orologio svizzero, due giorni prima della partenza, addio calura estiva e si scatena il diluvio universale.
Dalla finestra osservo la strada sottostante, che piano piano si trasforma in un fiume in piena, dove flaconi vuoti di detersivo navigano spensierati verso nuovi lidi. Poi arriva l'Amato consorte e mi fa: "Ma lo sai che l'ultima volta che ha fatto così è stato quando è andata via la corrente 3 giorni?".
Tempo 5 minuti, se ne va la luce.
E' assurdo! sembra quasi che la mia assenza, o la mia potenziale assenza, sia collegata alla centrale elettrica del palazzo!
Pazientemente ci armiamo di buona volontà per trascorrere una simpatica serata a lume di candela.
L'unica candela che c'è in casa è Tindra, una di quelle profumate di Ikea che però c'ha lo stoppino consumato e fa una luce inutile. La spegniamo.
Optiamo per una bella partita a NintendoDS. E' un po' accecante, li spegniamo.
Intanto il panico da vacanza rovinata e assenza di elettricità, per non si sà quanto tempo, comincia ad aumentare e così fantastichiamo su soluzioni alternative, tirando fuori la nostra parte peggiore: una serie di kamikaze pronti a darsi fuoco per fare luce, un generatore a ruota con all'interno un instancabile cinese a mo' di criceto..
Quando all'improvviso, mi capita sott'occhio (perchè in verità dalla strada un po' di luce entrava) la cartellina col contratto del nostro vecchio amico omino Enel.
L'afferro, la giro, eccolo! C'è il numero di telefono, ora li chiamo, si ma il cordless non funziona, aspetta, da qualche parte c'è un vecchio telefono fisso, fammi concentrare, dove l'ho messo, si è sicuramente lì, lo prendo, fammi luce, eccolo!
Risponde il robottino che mi dice che il guasto verrà riparato in 15 minuti.
Mmmm...
Nell'attesa decidiamo di scendere a prendere una birretta al bar e di berla sul pianerottolo, che sinceramente il nostro pianerottolo è veramente accogliente, e passiamo un piacevole quarto d'ora in mezzo alle scale.
Poi all'una di notte torna la luce, e il tempo piano piano si rasserena..
La mia vacanza è salva e anche i 3 giorni di autogestione del consorte, che indossa soddisfatto la sua famosa canottiera.
Quando pronunciamo parola
*mettersi in mostra, pavoneggiarsi

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