Questa mattina il giornale della radio belga RTBF ha dato una notizia molto sintomatica dei tempi in cui viviamo.
I giornali e le riviste belghe sono stampate su carta che viene riciclata da un’azienda fiamminga che lavora la vecchia carta togliendone l’inchiostro e producendone di nuova pronta per essere ristampata.
Si parla di 550 milioni di tonnellate all’anno di carta che torna a vivere grazie al processo di riciclaggio.
Ora però l’attività di questa azienda è in crisi perché le compagnie intermunicipali che si occupano della raccolta dei rifiuti preferiscono vendere la carta a imprese cinesi che importano e riciclano la nostra carta per farne imballaggi per tutti i prodotti made in China che arrivano in occidente. Un terzo di tutta la carta raccolta prende la strada della Cina, costringendo l’impresa belga a cercare carta nei paesi vicini, con conseguente aumento dei costi che potrebbe anche arrivare a ripercuotersi sugli editori dei giornali.
La Cina non possiede grandi foreste e ha pochissima carta il cui recupero è quasi nullo. Ecco perché, per poter produrre imballaggi, è costretta a importare carta dall’altro lato del pianeta.
Pensato così, si possono avere dubbi più che legittimi sull’effettiva efficacia del riciclaggio: un conto è trasportare per poche centinaia di chilometri le materie da riciclare, un altro e farle viaggiare per migliaia di chilometri.
Per chi parla francese, ecco il servizio della radio belga (dal minuto 3.34)