La storia è davvero interessante, o inquietante, e ci racconta di un futuro prossimo che avrebbe potuto anche essere il nostro vero futuro. Il libro, infatti, inizia proprio ai giorni nostri (in realtà nel 2015). Le nazioni stanno facendo la corsa agli armamenti, la guerra è ormai questione di tempo, l'economia sta soffocando alcune aree del pianeta, e arricchendo altre, le differenze sono tali da alimentare vecchi odii sopiti e quant'altro (vi ricorda qualcosa?). Mentre tutto ciò accade, una navetta militare (un X37?) in orbita sta facendo rilevamenti sconcerti sul suolo americano, nella città di Livermore... ma accade qualcosa di incomprensibile, e puff... eccoci proiettati 50 anni avanti. Il mondo nel 2065 è molto diverso da quello che possiamo immaginare. L'intero pianeta è governato dalla 'PACE', una autorità suprema che detiene le conoscenze scientifiche più avanzate, l'unica capace di manipolare l'energia nucleare, di far volare aerei, di usare auto, carri armati, navi... il resto del mondo è immerso in una sorta di medioevo tecnologico. Il tutto ci viene raccontato da i Riparatori, una sorta di congrega sparsa per il mondo con un briciolo di capacità tecniche utili per riparare oggetti lasciati in giro, vecchi rottami e cose simili, e che una volta aggiustati possono migliorare un pochino la vita di tutti quanti. Il resto del mondo, infatti, ha memoria del passato. Hanno la televisione. Possono usare anche strumenti elettronici, ma non possono gestire energia ad alta potenza... per cui sono precluse a loro tutte le tecnologie invece possedute dalla 'PACE'. Ma cos'è successo in questi 50 anni di buio? Un gruppo di scienziati ha sviluppato uno strumento surreale, ma capace di annientare la potenza militare di ogni stato. E in nome della 'pace', l'ha utilizzato prima che scoppiasse l'olocausto. E così, eserciti, palazzi del potere, centrali energetiche, e ogni possibile minaccia è stata "imbollata" ed esclusa dal resto del mondo. Le "bolle" sono in effetti qualcosa di incredibile... delle sfere praticamente indistruttibili che possono catturare qualcosa, e trattenerlo per sempre all'interno di sé. Grazie alle bolle la 'PACE' scongiura l'olocausto, ma non impedisce lo scatenarsi di scaramucce tra gli stati satelliti... vengono sganciati alcuni ordigni nucleari scappati all'imbollamento, viene scatenata una pandemia con armi batteriologiche... e la popolazione mondiale decresce in maniera vistosa. Nonostante ciò, l'umanità vive in pace, ma oppressa da un dittatore onnipotente, e costretta a una vita che potrebbe ricordare i "principi di decrescita felice". Solo che nessuno è felice, e sotto sotto esistono, ancora forze che lottano contro questa autorità superiore, e capaci di tecnologie che probabilmente, senza lo scatenarsi di questa "PACE", non si sarebbero mai sviluppate.
Ecco... nel libro viene raccontato l'epilogo di questi cinquant'anni di oppressione. La guerra di tutte le guerre, quella per la libertà dell'intero pianeta, in cui tutti i popoli lottano fianco a fianco contro un unico oppressore.
Unico difetto di questo libro? Alla fine, leggendo le note in fondo al volumetto, vengo a scoprire che è il primo di una saga di quattro volumi. Come farò a recuperare gli altri? Pregi? Solo leggendo la trama li potete capire. E' così attuale da far venire la pelle d'oca. Alcuni dettagli nella mia presentazione del libro sono stati aggiunti di mia iniziativa, è vero, ma la descrizione storica del futuro (ovvero il nostro presente) fatta da Vinge è così calzante che non ho potuto evitare di fare due più due. Lo stile di Vinge è sempre il solito, poco attento ai dettagli delle personalità di ogni carattere (comunque non stilizzato e con un certo spessore), si concentra sulle situazioni sociali del nostro pianeta, disegna magistralmente un futuro plausibile (ricordiamoci che il romanzo è del 1984, ed è giunto in Italia nel 1985), una geo-politica mondiale tanto raffinata da non poter essere messa in discussione. E' magistrale anche la presenza di personaggi capaci di creare uno specchio tra ciò che era e ciò che è divenuto. La presentazione di cose per noi oggi impossibili, e l'osservazione della mancanza di cose che per noi oggi sono invece essenziali. Il futuro descritto da Venge diverge quindi da tutto ciò che noi potremmo immaginare guardando fuori dalla finestra, ma allo stesso tempo non è così distante da essere considerato surreale, impossibile da attuarsi.