Purtroppo è inevitabile: a volte abbiamo molto da scrivere e pochissimo tempo per farlo.
La vita del resto è sempre piena di imprevisti e di impegni. Essendo quasi impossibile fare gli scrittori per professione, va da sé che occorre ritagliarsi degli spazi dalle altre attività per poter lavorare a un romanzo, o anche soltanto a qualche racconto.
Non credete alle storielle di fantaeditoria che vi spacciano su alcuni blog di letteratura fighina. Non esistono i fantomatici autori che scrivono libri di 500 pagine via Twitter, o sui tovagliolini di carta in pausa pranzo. Sono favolette che servono, ancora una volta, a vendere il “fenomeno”, ma non un buon libro.
Scrivere richiede invece tempo e costanza. Quando il poco tempo non c’è, si può comunque provare a non perdere del tutto il ritmo e a non arenarsi per giorni o settimane.
Ecco cosa fare.
Quando scrivere se si ha poco tempo
- Difendete il vostro quarto d’ora quotidiano
“Poco tempo” non vuol dire necessariamente “nessun tempo utile”. Anche nelle giornate più complicate esistono dei momenti morti in cui possiamo dedicarci alle nostre attività secondarie (secondarie solo per modo di dire). Sicché il mio consiglio, che poi è basato su quel che faccio io, è di imporsi un quarto d’ora di scrittura anche nei giorni più incasinati e complicati.
Che poi in quei 15 minuti potete anche fare altro: editare, prendere appunti, documentarvi, cercare ispirazione, curare il blog. Tutto purché siano operazioni correlate, in un modo o nell’altro, con la vostra scrittura. L’autodisciplina è necessaria, perché a volte la voglia di lasciarsi cullare dal divano è molto, troppo invitante.
- Prendete appunti, ovunque voi siate
Un’agendina, un blocco per appunti, un tablet o perfino uno smartphone sono indispensabili per appuntare idee “volanti”, per abbozzare scene, dialoghi, per annotare dei cambi di trama che intendete fare al vostro romanzo, pur non avendolo al momento a portata di mano. L’esigenza di lavorare alla vostra opera può nascere in qualunque momento (a me capita!), sicché cercate di essere nella condizione di prendere appunti, a dispetto dalla vostra condizione.
A me è capitato di farlo al lavoro, in treno, in vacanza, in coda in auto, bloccati da un incidente sulla tangenziale, perfino in ospedale. Quando la situazione si normalizzerà quegli appunti vi sembreranno oro.
- Editing nomade d’emergenza
Portate sempre con voi una copia del vostro work in progress. Il file del romanzo che state scrivendo può (deve!) essere salvato contemporaneamente su più supporti: computer, tablet, chiavette USB, mailbox etc etc. Oltre che essere delle norme di sicurezza basilari, per evitare di perdere il lavoro fatto fino a quel momento, queste soluzioni vi consentiranno di fare editing leggero (o quantomeno delle utili beta-letture) in qualunque situazione. A me è successo di individuare refusi leggendo il mio file dal cellulare dello smartphone, mentre ero in coda alle Poste, tanto per fare un esempio. Un quarto d’ora speso bene, in una giornata in cui mi era impossibile lavorare materialmente al romanzo.
- Rimandate e pianificate
Se poi la giornata è una di quelle del tutto catastrofiche, non incaponitevi inutilmente. Scrivere con un umore nero, con la testa concentrata su tutt’altro, magari col fisico devastato dalla stanchezza o dalla fatica è controproducente. Eroico sì, ma inutile.
Riposate, oppure scaricate la tensione. Liberate la mente, risolvete i vostri problemi, e dedicate quel che resta delle vostre energie per programmare uno spazio alla scrittura nel primo momento utile disponibile. Non fra una settimana o fra un mese. Pensate piuttosto al giorno seguente. Fate un po’ di pianificazione, anche solo a livello mentale. Imponetevi di evitare altri impegni extrascrittura e di chiudere alla svelta quelli in sospeso.
La prospettiva di avere davanti una giornata migliore di quella appena trascorsa è un buon viatico per una proficua, ricca sessione di scrittura.
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