Quando si dice: fatta la legge trovato l’inganno. Sanatoria con truffa per migliaia di migranti

Creato il 01 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

Da sempre, giovani, volontari ed in particolare alcune associazioni del terzo settore denunciano il fatto che ad ogni sanatoria ci siano delle truffe ed ecco che si scopre che durante la sanatoria 2009 si è giunti a pagare sino a  a 8.400 euro per farsi regolarizzare, ovviamente poi nessuno aveva mai spiegato che comunque rimanevano “clandestini”. I truffatori non hanno nazionalità infatti sono sia  italiani che  stranieri, si  sono fatti dare soldi promettendo di aiutare i migranti a preparare i documenti necessari e inoltrare le domande.

Il racket sta volta è ampiamente denunciato dal dossier “Truffasi”, presentato  dall’associazione Naga insieme ad Arci, Comitato Inquilini Molise Calvairate Ponti e Immigrati Autorganizzati. La ricerca ha preso in esame 438 casi di truffa (in 45 province) e 366 questionari compilati dalle vittime, che in media hanno speso 3.027 euro sperando nella regolarizzazione. Il giro d’affari presumibile in tutta Italia, secondo una stima prudenziale, sarebbe di 50 milioni di euro.

Il migrante “medio” coinvolto nello studio è un 32enne maschio egiziano, in Italia da 4 anni e 6 mesi. Nell’81% dei casi i delinquenti sono italiani, anche se in sette casi su dieci si sono fatti aiutare da un intermediario straniero. ”Con le regole attuali i truffatori sono risultati intoccabili – dice Pietro Massarotto, presidente del Naga. – Mentre molte vittime, denunciando si sono autodenunciati”.

Secondo Massarotto, infatti, l’errore più grande della sanatoria del 2009 è non aver previsto alcun meccanismo di tutela per i possibili truffati. “L’unica vera soluzione e’ un totale ripensamento dell’attuale e scandalosa legge sull’immigrazione – spiega. – L’assurdità della legge è evidente dal fatto che il 90% degli stranieri regolari in Italia si è regolarizzata in una delle 3 ultime sanatorie, nel ’98, nel 2000 o nel 2009. L’uso indebito di queste è una regola, non un’ eccezione. E seguire la regola è diventata l’eccezione”.

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