Il ritornello del centrosinistra per le prossime elezioni e’ riassumibile in questa frase: ” Monti ci sta facendo uscire dal tunnel in cui ci aveva gettato la disastrosa eredità del governo Berlusconi”. Questa e’ l’ultima favoletta che la classe dirigente del PD, in massima parte di derivazione comunista, propugna ai suoi entusiasti accoliti, da sempre indottrinati con una propaganda che e’ (da sempre) volta più a delegittimare l’avversario politico che non a proporre soluzioni ai problemi. Ma, come dicevano i latini, “contra facta nihil valent argumenta” e mi proverò a dimostrare, con una serie di dati inoppugnabili, che la “versione del PD” sia, appunto, una favoletta, buona soprattutto per ammannire gli sprovveduti.
Secondo la sinistra, dunque, il governo Berlusconi avrebbe lasciato un disastro senza precedenti. Peccato che la realtà dica esattamente il contrario! Berlusconi lascia il governo a metà novembre 2011, con l’indice di disoccupazione all’8.4: cioè un punto e mezzo inferiore a quella della zona euro e un punto inferiore a quella della UE a 27.
Tale dato era ottimo ed era il frutto di una costante azione del governo Berlusconi in favore delle categorie più deboli, alcune delle quali ( ad esempio i lavoratori del commercio e dei servizi) avevano vista riconosciuta l’estensione della cassa integrazione.
Ora, dopo undici mesi di governo Monti ( il ” Salvatore della patria”): la disoccupazione italiana e’ cresciuta di 2,3 punti, portandosi al 10.7; l’indice e’ cresciuto di circa un punto anche nell’eurozona ( con punte del 25 % in Grecia e Spagna) e nella UE a 27, ma il peggioramento del dato italiano e’ assai pericoloso.
Andiamo oltre.
Nel 2011, con il governo Berlusconi, il Pil italiano era aumentato dello 0.4 %; con Monti il dato del Pil e’ drammatico: meno 2.6 %, con un peggioramento generale in tutti i settori, che vedono un drastico calo di ordinativi e fatturato.
La produzione industriale cala nel 2012 ( dato tendenziale) di oltre sei punti, mentre di tre punti calano i consumi.
E ancora: nel 2011, con Berlusconi, il rapporto deficit- Pil era sceso al 3.9 % dal 4.5% del 2010; il dato era ottimo perché tra i più bassi Dell’ intera UE ( Spagna e Grecia, ad esempio, marcavano un 9.4%, ma sfioravano il 10 % anche gli USA).
Nel 2011 il rapporto debito pubblico-Pil si attestava al 123,1 %; dopo undici mesi di cura da cavallo di Monti, fatta di aumento della pressione fiscale ( a partire dalla odiosa Imu sulla prima casa), per finire all’incremento delle accise sui carburanti e all’aumento di due anni dell’età lavorativa, il dato non solo non e’ migliorato, ma e’ addirittura peggiorato di tre punti, al 126,1%!!!
E il tanto declamato spread mostra una sorpresa: negli ultimi 11 mesi del governo Berlusconi, lo spread e’ stato mediamente più basso che non con Monti. Non parliamo poi della sfiducia crescente che serpeggia nel Paese: un indice emblematico e’ rappresentato dai capitali che tornano ad espatriare, al contrario degli anni scorsi, in cui rientravano grazie agli scudi fiscali di Tremonti.
I dati reali, insomma, evidenziano una realtà ben diversa da quella descritta dalla “grande stampa” italiana e di quella di sinistra ( tanto sono la stessa cosa!) che, insieme ai poteri forti ( nazionali e internazionali) determinarono undici mesi fa la defenestrazione del governo eletto dagli italiani, sostituito da quello ” dei professori”.
Undici mesi di ” lacrime e sangue” che stanno affossando il Paese, stremato e angosciato (come il resto dell’eurozona, eccetto la Germania).
Hanno estromesso dal governo chi sapeva guidare il Paese ed assicurava a questo una difesa dalla crisi globale, difesa basata sulla salvaguardia delle prerogative nazionali; al suo posto hanno messo eurocrati e tecnici, garanti solo degli interessi forti, accomunati tutti da una asfittica politica del rigore e dalla venerazione per l’euro e le banche.
Personaggi, cioè, che hanno scambiato la malattia ( l’euro) per la medicina, e in ossequio alla moneta unica stanno esanguando il Paese. Peggio di loro, ci sono solo i loro mandanti. Che continuano, imperterriti, a raccontare favolette agli sprovveduti.
Vincenzo Merlo