La lontananza
C’è un criterio unico finale in base al quale possiamo decidere che sì, siamo veramente innamorati? Mi sembra che la miglior risposta ce la dia questo delicato brano di Barthes “Sono innamorato? Sì, perché sto aspettando. L’altro invece non aspetta mai. Talvolta ho voglia di giocare a quello che non aspetta, cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo, ma a questo gioco io perdo sempre, qualunque cosa io faccia mi ritrovo sempre sfaccendato. La fatale identità dell’innamorato non è altro che ‘io sono quello che aspetta’.Ma spesso la vera prova, quella che non lascia dubbi, la troviamo solo nel dolore della distanza, nell’attesa in cui il tuo amato non viene. Anche l’amore nato dall’erotismo più scanzonato e giocoso diventa certezza d’amore solo quando viene sottoposto alla prova del distacco. Separati proviamo un dolore atroce e comprendiamo che, senza il nostro amato, non possiamo vivere, non possiamo respirare. Abbiamo assoluto bisogno della sua presenza fisica, di sentirci dire ti amo. Ma il distacco ci insegna molte altre cose. Ci fa conoscere meglio noi stessi e l’altro, i nostri e i suoi limiti, ci insegna a essere forti, ma anche prudenti. L’amore nasce dal piacere, ma si forgia nella realtà della sofferenza.
Francesco Alberoni (L’arte di amare, ed Sonzogno) © Riproduzione vietata