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Quando un serial killer diventa una serie tv - Ripper Street -

Creato il 16 gennaio 2013 da Sgruntreviews
Quando un serial killer diventa una serie tv - Ripper Street -Bentrovati miei cari seri(al) dipendenti! Quest'oggi vi parlerò di una serie tv che ha cominciato la sua programmazione questo Gennaio ma, a differenza delle altre, è inedita e la prima puntata è andata in onda solo poche settimane fa. Sto parlando di Ripper Street, per chi non ne avesse sentito parlare è una serie che è stata presentata a settembre in Italia durante il Roma Fiction Fest ed è nata da una coproduzione BBC UK e USA, tra i suoi creatori ci sono Richard Warlow (Mistresses,Waking the Dead), Julie Rutterford (Ashes to Ashes), Declan Croghan e Toby Finlay. Il Set della serie è Dublino, con location che includono anche il famoso Trinity College. Nella finzione la storia è ambientata nella Londra del 1889, quella in cui Jack lo squartatore (In inglese è noto come Jack the Ripper) terrorizzava l'intera città e in particolare il quartiere degradato di Whitechapel ed i distretti adiacenti.
Quando un serial killer diventa una serie tv - Ripper Street -La prima puntata è ambientata a 6 mesi dall’ultima aggressione da parte di Jack lo squartatore: una donna viene trovata morta e il terrore ritorna tra gli abitanti di Whitechapel. Ad indagare sul caso arrivano l’ispettore Edmund Reid (Mattew MacFadyen) e il sergente Bennet Drake (Jerome Flynn). Nelle ore serrate che seguono la scoperta del corpo, molte sono le similitudini che riconducono al modus operandi dello spietato killer ma l’ispettore non si fa cogliere dal panico di un simile incubo e con logica cerca di seguire l'analisi dell'intera vicenda. A dargli una mano in veste di “medico” c'è il capitano Homer Jackson (Adam Rothemberg), amico di Edmund, chirurgo dell’esercito americano arrivato a Londra in compagnia di Susan Long (MyAnna Buring), proprietario di un bordello.
Lo ammetto, la serie mi piace molto, è estremamente curata nei costumi, nella fotografia e anche la regia non è solita della televisione commerciale, si sofferma sul tempo a cui è vincolata la storia e porta alla ribalta anche le invenzioni o gli espedienti di quell'epoca, ancora influenzata dalla corrente del Positivismo. Oltre al fattore storico mi è piaciuta la trama veloce, anche se il genere rimane comunque un poliziesco, si sofferma sui crimini abbandonando quel genere di scienza onnisciente che recentemente ha occupato sempre più spazio nel genere, puntando di più sulla deduzione e associazione di indizi che sono il tema cardine per le dinamiche della storia. Altra cosa che mi ha interessato è stata la figura delle forze dell'ordine di quel distretto, in continuo atteggiamento “difensivo” per la violenza e la ferocia che si anima negli uomini, molto spesso l'integerrimo ispettore Edmund deve tenere a bada i cattivi e i prodotti che genera, mi riferisco ai vigilantes e alle bande di strada ma anche alla ferocia nella stampa di porre subito giudizi di piombo sugli eventi del quartiere. Per quanto riguarda gli attori sono, in parte, ancora fermi nella “descrizione” dei loro personaggi che le prime puntate di una serie richiedono; interessante sarà vedere come il passato dell'ispettore e sua moglie siano legati al serial killer e quale evento ha portato alla scomparsa della loro figlia, di cui Edmund non vuole che si parli; oppure di come sia oscuro il passato del Capitano Jackson, così inevitabilmente legato a quello di Susan e su ciò che hanno commesso in America tanto da portarli oltreoceano.
Quindi serie interessante, non è banale e nemmeno scontata, c'è una buona dose di intrigo che sposa la violenza, quella di natura sanguinolenta ma ben sceneggiata da non risalutare eccessiva bensì un tratto storico dell'epoca, per chi di voi li ha seguti molti paragonano la serie a Copper e Sherlock, io mi limito a consigliarvela se avete voglia di un indagini un po' dark e vecchio stile.
Alla settimana Prossima!!!

Sherwill
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