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Quando una figlia stuprata è meglio di una figlia non vergine

Creato il 14 dicembre 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Dunque la fatale membrana ancora miete vittime.

Ancora si investe sulla verginità delle figlie.

Perchè così vuole la Chiesa.

Perchè così vuole il futuro acquirente, il marito d’una volta, quello che ci teneva ad infilarsi per primo nell’angusto orifizio femminile, a scopo di libidine o di procreazione.

Un tuffo nel modernariato, di cui si potrebbe anche sorridere, se non fosse diventato così frequente, fra le adolescenti, la scelta di cavarsi dai guai, accusando gli extra comunitari.

Dieci anni fa a Novi Ligure la sedicenne Erika caricò su due innocenti albanesi il fardello di un duplice delitto.

I due rischiarono il linciaggio.

Tre giorni fa a Torino l’adolescente “Sandra”, ha caricato sui Rom la sua prima esperienza sessuale.

Erika voleva evitare la galera, Sandra l’ira di una madre bacchettona, repressiva, arretrata.

Qual’è l’unico modo accettabile di perdere la verginità?

Dichiarare che te l’hanno rubata.

E qual’è il ladro più gradito?

Lo zingaro.

Accusa lo zingaro e i tuoi amichetti avranno un’occasione per scaricare il testosterone in eccesso.

La comunità in cui sei cresciuta non ti espellerà.

Tua madre potrà girare a testa alta: una figlia violata da uno zingaro, vale quanto una figlia illibata.

Anzi di più.

Mette d’accordo i precetti della Chiesa e quelli di Telepadania.

(Lidia Ravera)



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