Questo è quello che succede in un’ Italia in cui tutto va a rovescio, in cui più niente funziona, in cui i giornali non possono informare i cittadini su come realmente stanno le cose perché se no sono bugiardi e terroristi, un paese in cui certi editori asserviti al potere, per nasconderci l’amara realtà che il Paese sta sta scivolando in un baratro profondo, nascondono le vere e necessarie notizie con notizie pruriginose e non di importanza vitale.
Un corpo perfetto, praticamente nudo, tolti un paio di ali da angelo, dei sandali argentati, sguardo ammiccante, e il titolo: “Questa donna è un pericolo pubblico”. Così si presenta la copertina dell’ultimo numero di Panorama, in edicola questa settimana. Il titolo fa riferimento alla vicenda della pornostar ungherese Brigitta Bulgari, che è stata arrestata e rischia una condanna fino a 12 anni di reclusione per uno spogliarello troppo hard, avvenuto il 27 febbraio scorso in un locale di Fossato di Vico, provincia di Perugia.
Al di là delle considerazioni personali sulla vicenda, è sconcertante notare come un qualunque giornale possa considerare un episodio del genere degno addirittura della copertina, in una situazione economica, politica e sociale drastica come quella in cui versa al momento il nostro paese. Nel momento in cui si discute e si lavora sulla legge contro le intercettazioni che metterebbe uno stretto bavaglio a tutta l’informazione libera, in cui emergono nuovi dati choc sul terremoto all’Aquila, in cui la percentuale dei disoccupati e dei cassaintegrati si innalza quotidianamente, non si trova niente di meglio da fare che sbattere in prima pagina la vicenda personale di una pornostar, come se questo fosse il massimo problema del Paese? Che Panorama non sia una rivista obiettiva ed imparziale, può essere prevedibile, ma la continua e deliberata negazione dei problemi del paese da parte di una fetta di politica, editoria e giornalismo inizia a diventare offensiva nei confronti dei cittadini.
L’immagine dell’Italia che emerge da certo tipo di editoria e giornalismo non è di certo delle migliori. Un’Italia talmente assuefatta alla cultura dell’edonismo mediatico sfrenato da legittimare il fatto che una rivista ‘d’informazione’ parli della vicenda giudiziaria di una pornostar, elevandola al ruolo di vittima della giustizia lapidaria, anziché dei veri problemi del paese; un’Italia capace di tenere in considerazione la donna solo quando oggetto sessuale, e non quando madre, lavoratrice e cittadina. Un’Italia al contrario, distorta dalla visione del mondo patinata e illusoria creata dal ventennio berlusconiano, per cui la cultura si esaurisce nel sesso e la giustizia diventa la bestia nera che imprigiona povere innocenti, Il giornale si chiede “c’era proprio bisogno di rinchiuderla?”. Io mi chiedo: c’era davvero bisogno di parlarne?
Emma Gobbato